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Sri Asih

Regia di Upi Avianto vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Sri Asih

di alan smithee
5 stelle

locandina

Sri Asih (2022): locandina

FAR EAST FESTIVAL 25 - CONCORSO

Al Far East Festival 25 è tempo di eroi, e Sri Asih ne celebra una tostissima, nata con gli auspici e le forze magmatiche e vendicative di un vulcano in eruzione. Lo stesso che la fa nascere molto prematuramente, ma le sottrae i genitori naturali.

La genesi dell’eroina destinata a divenire il braccio destro di Gundala, eroe portato al cinema da Joko Anwar e approdato al FEFF nel 2020, è diretta dalla regista Upi, divenuta famosa per la commedia un po’ pazza My stupid boss (2016) ed il suo sequel del 2019.

Alana è una tenace lottatrice professionista che pare molto dotata naturalmente, al punto da trovare a sfidare uomini e a vincere pure contro di loro.

Nacque prematura sotto le pendici di un vulcano in eruzione, lo stesso che, esplodendo, portò alla morte di genitori.

Per sua fortuna fu adottata da una insegnante di lotta, che la addestrò subito a contenere le ire che la coglievano già da bambina assistendo ad ingiustizie e prevaricazioni.

Ma col crescere e divenire una combattente professionista, la ragazza comprende che proprio dalla sua tormentata origine si ricava la risposta ai misteri che la rendono, sempre più consapevolmente, un personaggio pressoché invincibile.

A mettersi alla prova, rendendosi conto di possedere la forza di oltre duecento uomini e a comprendere di essere la reincarnazione di una dea imprigionata in un vulcano, ci penserà una famiglia di boss corrotti che diverranno i principali nemici della donna, nel frattempo consapevole di essere dotata di poteri sovrannaturali non meno letali e potenti del suo collega più famoso Gundala.

Sri Asih' akan Premiere Internasional di Festival Film Belanda Tahun Depan | Indozone.id

L’industria del cinema indonesiano sta facendo progressi e passi da gigante nello sviluppo di progetti commerciali che utilizzano effetti speciali e visivi fino a poco tempo prima di stretto appannaggio dell’industria made in Usa.

Il successo ottenuto dal progetto dedicato al supereroe indonesiano Gundala, una vera e propria risposta ai supereroi più blasonati di Marvel e DC Comics, ha spinto il noto regista Joko Anwar ad estendere il discorso ed ampliare il “parco” supereroi fino a quel momento appannaggio pressoché esclusivo dell’eroe in tuta rossa ed orecchie alate.

Da una sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Anwar con la cineasta già nota Upi Avianto, ecco nascere una eroina tenace non meno di Wonder Woman, ma forse ancora più tormentata e divisa tra la forza che la sovrasta ed il senso del dovere che le impone, contro certi istinti non ancora completamente governabili, di utilizzare le sue doti a salvaguardia dei deboli e degli oppressi.

Situazioni, sensazioni, stati d’animo degni del più tipico supereroe problematico che gli Usa hanno sformato a ripetizione, provocando consensi a catena e fans, prima attraverso le pubblicazioni su carta, poi rendendo giustizia agli stessi attraverso il cinema.

Il film della Upi, che vanta una protagonista bella e seducente come è Pevita Pearce, è godibile, nonostante le ingenuità e la semplicità dello studio introspettivo che rende i personaggi che circondano l’eroe o completamente cattivi o del tutto buoni. Si riserva alla protagonista l’onore di cavalcare il suo successo tra moti di ribellione interni che la tengono in costante conflitto tra l’agire per il bene comune o solo  per il proprio esclusivo egocentrismo.

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