Regia di Lyda Patitucci vedi scheda film
Quando si parla di un film che anche se non esisteva era quello lo stesso, possiamo parlare tranquillamente di “Come pecore in mezzo ai lupi”.
Tra Gomorra, Suburra e quant’altro, non c’è ancora bisogno di un film sulla malavita che vuole far riflettere sul perché delle cose.
Il film però è fatto piuttosto bene, Isabella Ragonese interpreta bene, come anche Andrea Arcangeli e pure Tommaso Ragno, che però, rispetto ad altre pellicole sembra meno sul pezzo.
La regia, seppur di una esordiente, si muove bene e fa il suo compitino, senza strafare.
C’è però una cosa che mi fa veramente imbestialire. Verso tre quarti di film, c’è una scena di una violenza esagerata, seppur non si vede sangue.
Una sena che fa solo star male e contiene del didascalismo, che anche avesse senso usarlo, si poteva trovare un modo diverso.
E’ un pugno nello stomaco stupido e senza motivo.
La fotografia e la musica seguono di pari passo la regia, quindi anche in questo caso nulla di trascendentale, ma guardabile.
La trama è presto detta: un’agente di polizia, in missione sotto copertura per sgominare un’organizzazione criminale, scopre che anche il fratello che non vede da tempo ne fa parte e da qui partono un sacco di problemi e difficoltà.
Come si evince dal veloce sunto della trama, nulla di nuovo all’orizzonte, anzi tutto già visto e rivisto, trito e ritrito.
Non si può parlare di occasione persa, ma semplicemente di non novità, di voglia di cavalcare l’onda di Suburra (la serie). Ma è un ragionamento che non può e non deve funzionare.
La performance di Isabella Regonese salva moltissimo il film, però sembra quasi sprecata per una pellicola cosi.
Il film è da vedere? Anche si, ripeto non è un bruttissimo film, certo non è qualcosa di nuovo.
QUESTO ERA QUELLO CHE AVEVO SCRITTO SUL MIO QUADERNETTO POCO DOPO AVERLO VISTO PERO' LE COSE SONO UN PO' CAMBIATE...
Questo film deve sedimentare dentro di noi e più passa il tempo e più lo si apprezza.
Resta sempre il problema di qualche scena di dubbio gusto, ma alla fine è un film che ti rimane e che dimsotra che il cinema italiano c'è. Quindi alla fine io lo promuovo e lo consiglio.
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