Regia di Lyda Patitucci vedi scheda film
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Vera è un'agente di polizia sotto copertura, infiltratasi al fine di per sgominare un'organizzazione criminale straniera nella capitale.
Ufficialmente la donna è una "fixer", ovvero procura cose, servizi, lavori sottobanco, e collabora per una banda di malviventi serbi che tiene sotto scacco il riciclaggio di tutta Roma.
Incontra furtivamente i colleghi in prossimità di un cimitero, e, insospettata dai suoi cruenti compari delinquenti, assiste alle violente azioni che essi organizzano nei confronti degli insolventi. Infine scopre che anche il fratello minore, separato con una figlioletta a carico che vive con una madre depressa ed inaffidabile, fa parte della medesima banda, ed è in pericolo di vita.
Vera intende abbandonare quel pericoloso ruolo, ma tirarsi indietro a quel punto diventa difficile, e, abbandonata dai suoi colleghi poliziotti, è costretta a cercare di uscire da una situazione sempre più pericolosa e letale.
L'opera d'esordio in regia di Lydia Patitucci è un thriller dalle atmosfere tese che si guarda con interesse, e riesce a prendere per capacità di mantenere desta l'attenzione e coltivate la suspense attraverso una dinamica narrativa senza molte sorprese, ma efficace.
Anche i personaggi, per quanto tendenzialmente stereotipati e monocordi, appaiono convincenti, avvto ognuno nel dramma o nella violenza che lo descrive. I cattivi sono cattivissimi, l'eroina è pallida, emaciata e sconvolta,a tenace e più pericolosa ed astuta di quanto suggeriscano le apparenze.
La Patitucci dirige bene scene action e una certa introspezione privata, almeno nel personaggio della protagonista, a cui una Isabella Ragonese pietrificata ma ispiratissima, conferisce il corretto ed appropriato charme e physique du rôle. Prodotto da Matteo Rovere, il noir è stato tra i sei finalisti in lizza per il Premio Caligari al Noir in Festival 2023 tenutosi a Milano nel novembre 2023.
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