Regia di Mauro Morassi vedi scheda film
Aldo è un pugile belloccio la cui passione per lo sport è seconda solo a quella per le donne. Quando incontra Laura, però, decide di mettere la testa a posto, ma lei non si lascia convincere facilmente.
Già assistente di Mastrocinque, Paolella, Leonviola e altri, Mauro Morassi esordisce dietro la macchina da presa con questa innocente commedia, Il cocco di mamma, nel 1958. Siamo in forte odore di neorealismo rosa, vuoi anche per la presenza di un protagonista come Maurizio Arena, legato a doppio filo ai recenti successi di Poveri ma belli e Belle ma povere (entrambi usciti nel 1957), ma soprattutto per l’atmosfera innocente della storia e per l’ingenuo intreccio sentimentale che si staglia sullo sfondo dell’Italia del pre-boom, volenterosa e ottimista, sorridente e un po’ vanitosa. La sceneggiatura è un parto a dieci mani che vede impegnati lo stesso Morassi, il produttore Emo Bistolfi, il fuoriclasse Luciano Vincenzoni e la coppia Massimo Franciosa-Pasquale Festa Campanile, questi ultimi due anche autori del soggetto; certo si tratta di una trama leggerina e sostanzialmente già vista, ma la narrazione procede senza particolari intoppi e i personaggi riescono sufficientemente simpatici pur nell’inconsistenza psicologica dei loro profili: data l’ambizione popolare della pellicola, il risultato è senza dubbio sufficiente. Chiaramente, però, non bisogna aspettarsi nulla di più di un semplice intrattenimento per famiglie; altri interpreti in scena: Memmo Carotenuto, Franca Rame, Raffaele Pisu, Ingeborg Schoener, Leda Gloria, Virgilio Riento, Geronimo Meynier, Valeria Fabrizi, Enzo Fiermonte e, in una particina, il giovanissimo Carlo Pedersoli, cioè il futuro Bud Spencer. 3/10.
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