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Talk to Me

Regia di Danny Philippou, Michael Philippou vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Talk to Me

di zombi
4 stelle

un compitino ligio che si sgonfia al primo botto di dolby surround

ci sono dei video che girano sui social che mostrano possessioni attraverso il contatto con una mano finta.

finalmente ad una festa i nostri protagonisti assistono coi propri occhi a quello che succede; il rito prevede di essere legati ad una poltrona ben stretti, stringere il feticcio a forma di mano e dire "parla con me"... di seguito "ti lascio entrare".

siamo nel mondo di giovani che devono affrontare prove molto importanti, troppo forse per le loro spalle inesperte, e di giovanissimi alle prese col feroce mondo dell'adolescenza  e della maturità.

il rito ne ha in tutto e per tutto, dell'assunzione di una potente droga.

trasfigurazione dei tratti del viso di chi si sottopone e alterzioni delle voci e delle espressioni, che a telefonini spianati, potrebbe benissimo essere l'ennesimo fake di internet.

ma esperendolo in prima persona qualcosa sembra effettivamente che succeda, più che altro ovviamente guardando le reazioni di chi si sottopone a quell'esperienza.

purtroppo a furia di abusarne, la sera succede l'irreparabile con il fratello giovane di una delle protagoniste e da qui comincia la discesa in un inferno privato traslato sugli altri.

PARLA CON ME non è un horror, se non in ciò che descrive, cioè la deriva di una giovane donna alle prese con la vita.

PARLA CON ME traduce con jumpscares abbastanza scadenti e risaputi l'abisso di una ragazza alle prese con l'apparente suicidio della madre e la difficoltà a relazionarsi con un padre che si crede responsabile del gesto estremo materno.

si tratta di saper gestire coi mezzi di fiction cinematografica, ciò che non si può vedere, se non facendo interpretare allo spettatore un partecipante al rito, e la mancanza di comunicazione tipica tra giovani e genitori.

parla con me e vedimi, in un'età in cui ci si crede già grandi e i genitori sono incapaci e/o impossibilitati a mettersi in contatto con la loro prole, oppure impongono una sorta di diktat da cugina grande tra lo spiritoso e lo schietto imbarazzante, come il personaggio interpretato da miranda otto.

il film alla lunga è noioso e annoiante, non si trova più nula che scateni un minimo di empatia coi personaggi o che faccia anche solo lontanamente scattare un brivido, sino al finale tristemente noto.

 

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