Regia di Danny Philippou, Michael Philippou vedi scheda film
Produzione targata A24, del tutto differente dallo standard. "Talk to Me" propone un banale aggiornamento di celebri titoli anni Novanta (con "Candyman" in testa), essendo un horror viscerale grazie a eccellenti effetti splatter, ma privo di adeguata e solida base narrativa. Un successo di critica e pubblico, sin dalla data del primo rilascio.
Adelaide (Australia). Mia (Sophie Wilde) da due anni sta passando, assieme al padre Max (Marcus Johnson), un periodo terribile, diretta conseguenza del suicidio della madre Rhea (Alexandria Steffensen). Si lascia convincere a partecipare a uno strano rito, organizzato dagli amici Hayley (Zoe Terakes) e Joss (Chris Alosio), che prevede di utilizzare una mano di ceramica - simile a una zampa di scimmia - con incisi simboli e nomi: a turno uno del gruppo, incatenato a una sedia, regge la mano, pronunciando "Parla con me", seguito da "Ti ho fatto entrare"; il soggetto verrà così posseduto da uno spirito, filmato e fotografato dai presenti. Essenziale non superare i 90 secondi di tempo: entro questo limite la mano deve essere rimossa dal posseduto e contemporaneamente spenta una candela, che libera il fantasma riportando l'anima della persona nel proprio corpo.
Produzione targata A24 differente dal solito, essendo tutt'altro che incentrata su un soggetto velleitario e d'autore. Questa volta, in regia, troviamo due attori gemelli, Danny e Michael Philippou, decisi a debuttare dietro la macchina da presa. Per l'occasione scrivono, assieme a Bill Hinzman, una sceneggiatura piuttosto scarsa, per non dire pessima, che trae ispirazione da Candyman (Bernard Rose, 1992) - per la scelta di sviluppare il soggetto partendo da un rito praticato per gioco (sull'origine del quale, non è dato alcun chiarimento) - e da una decina di altri horror per le scene di possessione e splatter. Stiamo parlando di un film con un budget di 4.500.000 dollari, ragion per cui gli effetti speciali (tutti rigorosamente realizzati con trucchi prostetici, questo è l'unico aspetto positivo dell'operazione), così come la cinematografia, appaiono impeccabili. L'effetto disgusto, provocato dai volti dei posseduti (con iride nera come la pece, dilatata all'inverosimile) e da alcune realistiche sequenze splatter, viene letteralmente azzerato dall'assurdità del plot. Quando si assiste a decine di adolescenti che ridono e scherzano filmando il posseduto, la tensione scende sotto zero, ulteriormente sminuita dalle successive azioni, implausibili, tenute dai teenagers. È un film australiano, ma sembra la fotocopia (in negativo per quanto possibile) di uno, tra centinaia, degli ultimi horror in arrivo dagli USA, privi di storia e con situazioni imbarazzanti che fanno la loro comparsa sin dai primi minuti. Non si riesce a comprendere l'incredibile successo riscontrato da Talk to Me: da una parte la critica (evidentemente faziosa e non sincera, perlomeno quando lo definisce un horror originale accostando la regia a quella del primo Sam Raimi); dall'altra un pubblico che dimostra di ignorare film del genere precedenti, quelli sì originali e molto migliori. La sensazione, considerata anche una distribuzione capillare che interessa tutto il globo terracqueo seguente una costante presenza ai festival di settore e alla decisiva sponsorizzazione dei media, è che siamo di fronte a un altro successo imposto, quasi a forza, a un pubblico facilmente condizionabile.
Curiosità
Rilasciato l'ultima settimana di luglio, solo in America e Canada ha incassato nel primo week end la bellezza di 10.431.720 dollari (in tutto il mondo, ad oggi, oltre 24.800.000). Patrocinato dalla "South Australian Film Corporation" (SAFC) e da "Screen Australia", con aggiunta di altri 18 fortunati produttori, tra i quali sono presenti anche Samantha Jennings e Kristina Ceyton, finanziatrici del già dimenticato Babadook (Jennifer Kent, 2013). In Italia si è deciso di aspettare la stagione autunnale: uscirà, per ultimo, anche nelle nostre sale il 28 settembre p.v., e c'è da scommettere che verrà molto bene accolto anche da noi, visto l'orientamento del pubblico tenuto negli ultimi tempi.
Talk to Me è stato bandito in Kuwait, per via della presenza di Zoe Terakes, un attore trans.
"Il terrore assume tutte le forme, ma la peggiore è la compassione. Quando si ama una persona e al tempo stesso si prova compassione per lei, si può essere indotti alle cose più brutali."
(Isaac Bashevis Singer)
Trailer
F.P. 07/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 94' ca) / Date del rilascio: Francia e Filippine, 26/07/2023; Emirati Arabi, Australia, Germania, Ungheria, Israele, Perù, Singapore, 27/07/2023; Canada, Regno Unito, Irlanda, Polonia, Svezia, USA, 28/07/2023; Danimarca e Norvegia, 03 e 04/08/2023; Ecuador, Kazakistan, Russia, 10/08/2023; Spagna, Finlandia, Vietnam, 11/08/2023; Argentina, Brasile, Paesi Bassi, Ucraina, 17/08/2023; Estonia, 25/08/2023; Belgio, 30/08/2023; Turchia, 01/09/2023; Sud Africa, 15/09/2022; Portogallo, 21/09/2023; Italia, 28/09/2023
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