Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Quasi interamente girato ad Ostia, “una domenica d’agosto” può essere considerato un film anticipatore di quel “consumismo di massa”, ancora in embrione nei primi anni ’50 ed in seguito letteralmente esploso in maniera dilagante. Fenomeno sottoposto attualmente ad un anabolizzante ridimensionamento a causa della selvaggia speculazione sull’EURO che ha costretto il cittadino italiano a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del suo bilancio familiare, grazie anche ai venti che spirano attualmente nel nostro paese, precursori di un libero mercato dagli effetti deprecabili per la borsa con la b minuscola. Ma in quei tempi di faticosa rinascita, con gli echi nefasti di un catastrofico conflitto ancora vivi e palpitanti nella memoria collettiva di un popolo immerso in un dopoguerra irto di difficoltà ed in odore di miseria, senza alcuna avvisaglia del boom a venire degli anni ‘60, viene colta al volo una delle poche possibilità di svago che può essere concessa alla massa: la vacanza al mare. Ed ecco allora Luciano Emmer pronto a documentare questi sani fermenti popolari tramite un gioiellino dell’epoca neorealista, prettamente corale, da intendersi come eloquente documento della serie “come eravamo”. Sana rappresentazione nazionalpopolare che certifica con sguardo ingenuo e simpatetico in una serie di scorci bozzettistici le aspirazioni, i piccoli drammi, i primi turbamenti giovanili, gli amori contrastati, la voglia di vivere dell’epoca e quant’altro può nascere in un fine settimana del 1950 al mare. Nel contemplare questa spensierata marea umana volgere la rotta verso il mare con l’ausilio di biciclette e veicoli fattiscenti ritornano alla mente antiche memorie di quella folle corsa che nel secolo scorso spinse intere popolazioni nel Far west alla ricerca dell’oro. Nel caso in questione ci si accontenta di una giornata al mare passata in famiglia tra debordanti scodelle di spaghetti e petulanti altoparlanti che strombazzano canzonette popolari a ripetizione, con in sovrappiù una spruzzatina di amori adolescenziali non foss’altro per dimenticare gli orrori di una guerra passata da poco e per imporre una nuova svolta alla propria vita. Ed al calare della sera con l’incipiente ritorno in città svaniscono tutte le illusioni e l’odore di miseria presente nelle abitazioni riporta la gente alla dura realtà quotidiana mentre il ricordo della domenica d’agosto svanisce pian piano nel nulla.
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