Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Titolo bellissimo ma Visconti era già malato e per lui hanno dovuto scrivere una sceneggiatura tutta in interni che traballa e ricorda il meglio riuscito “il posto delle fragole” di Bergman.Visto oggi appare un po’ datato, inverosimile, i personaggi sono poco credibili a parte il gigantesco ancora “gattopardo” Lancaster
Anziano solitario studioso di “gruppi di famiglia” dipinti su tela con i quali convive tranquillamente in un antico palazzetto affitta, un po’ suo malgrado, l’appartamento di sopra ad un “gruppo di famiglia” formato da persone decisamente rumorose,sboccate e malsane che quasi demolirà la sua casa e le sue tranquille abitudini, finendo per affezionarsi pericolosamente.
Titolo bellissimo ma Visconti era già malato e per lui hanno dovuto scrivere una sceneggiatura tutta in interni che traballa e ricorda il meglio riuscito “il posto delle fragole” di Bergman.
Visto oggi appare un po’ datato, inverosimile, i personaggi sono poco credibili e, a parte il gigantesco ancora “gattopardo” Lancaster e le folgoranti apparizioni della Cardinale e della Sanda,
recitano tutti maluccio ,compresa la strana coppia Mangano e Berger.
Bellissime le scenografie, anche la Roma che si vede dal terrazzo è ricostruita in studio.
Tra la bella musica classica si ritaglia un bel momento la canzone “la mia solitudine”.
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