Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Film di grande spessore. Le vicende di due famiglie, o dei resti delle stesse, si snodano attraverso un malinconico e struggente dissolversi delle certezze e dei presunti valori di riferimento. Ognuno di questi simulacri familiari, per proprio conto scava nella vita e nel contesto dell'altro nella viva speranza di trovarvi appigli, ancore di salvezza, sentimenti, solidità che il proprio mondo implacabilmente sta cedendo. Alla fine le due "famiglie" si contaminano, si mescolano, scambiano modelli e cifre culturali antitetiche. Ma non riescono a trovare la solidità psicologica e sociale a cui ambivano, seppura non manifestamente. Pellicola di grande respiro, un Visconti gigantesco che proprio nella ruvidità, nella irriverenza, nella provocazione, nella zampata graffiante alla borghesia, di cui pure era figlio, trova la forma più coerente per la sua arte. Lancaster superlativo e la Mangano, troppo magra per "Riso amaro", all'altezza della fama e della bravura. Film da tenere e da rivedere.
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