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Gruppo di famiglia in un interno

Regia di Luchino Visconti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gruppo di famiglia in un interno

di hallorann
8 stelle

Nel 1974 Luchino Visconti era reduce da diversi impegni su vari fronti: al cinema con LUDWIG, in teatro le regie di prosa e lirica TANTO TEMPO FA e MANON LESCAUT. Ma soprattutto da una trombosi che gli paralizzò il braccio e la gamba sinistra. Una pronta riabilitazione e la tenacia del carattere non gli impedirono di continuare a lavorare. Al fido sceneggiatore Enrico Medioli affidò il compito di scrivere un soggetto ambientato in quegli anni, da poter girare in interni, con pochi personaggi e che non lo affaticasse durante le riprese. Nasce così GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO. Il protagonista è un anziano professore che vive immerso nei suoi libri e nella solitudine accudito da una domestica. Mentre tratta l’acquisto di un quadro, la marchesa Bianca Brumonti si introduce con arroganza nella casa perché intende prendere in affitto l’appartamento situato sopra. Accompagnata dalla figlia Lietta e dal fidanzato Stefano, nonostante le resistenze del professore, riesce ad ottenerlo con un paio di sotterfugi. In realtà l’appartamento è per il suo amante Konrad, un ambiguo personaggio che stabilirà un buon rapporto con lo schivo padrone di casa. Il professore infatti - uomo discreto e raffinato – subisce inizialmente l’irruenza dei suoi nuovi vicini di casa, “sono vuoti, stupidi e inutili”. Egli vive di ricordi (l’amata madre, la moglie con cui le cose non andarono bene), colleziona quadri in cui vengono ritratte famiglie, quella che lui non è riuscito a realizzare. In uno scambio di battute dice che “i corvi vanno a schiere, l’aquila vola sola”, sicuro e protetto dalla sua cultura e nella sua biblioteca, in seguito nel corso di una cena tra i cinque in cui affiorano bassezze, contrapposizioni ideologiche e clamorose rivelazioni confida “…voi mi avete svegliato bruscamente da un sonno profondo, insensibile, sordo come la morte”. Quando il “figlio adottivo” Konrad compirà un gesto estremo, egli – come nel racconto evocato da lui stesso – potrà aspettare i passi inquieti della morte. Questo GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO è un’opera minore del grande Visconti, il quale però vi trasferisce tutta la sua malinconia e incomprensione per le nuove generazioni, per i mutamenti di costume e di politica, per i riferimenti vaghi e non pretestuosi sugli anni di piombo. Nella figura del professore, interpretato magistralmente da Burt Lancaster, riconosciamo il regista stesso, di sinistra come sottolinea in un passaggio ma appartenente ad un altro mondo e ad un’altra elite. Il personaggio della Brumonti, esponente impellicciata dell’alta borghesia è impietoso, ben reso dall’impettita e spigolosa Silvana Mangano. I due giovani Lietta e Stefano sono affettuosa e spontanea lei, cinico e vacuo lui, entrambi libertini e amorali. Konrad è un angelo/demone colto e vizioso, destabilizzante e costruito sul filo del fascino e del mistero. E non poteva non essere interpretato con aderenza dall’attore feticcio Helmut Berger. Cinema da camera prestigioso, reperto singolare e non datato del cinema d’autore italiano degli anni settanta.

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