Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Ad una partenza fulminante, degna del regista che lo ha diretto, "Mickey 17" sostituisce poco alla volta una storia prolissa, prevedibile e che non rende onore al genio di "Parasite" ma anche al dispendio di energie per produrlo
E' un Giano bifronte questo ultimo lavoro del regista coreano Joon-ho Bong, ben lontano dal caustico humor nero di "Parasite" ma al tempo stesso anche dal riuscire a confezionare un film che non sia troppo appiattito su esigenze di botteghino (per giustificarne il grande dispendio di energie) ed in grado di renderlo digeribile a qualsiasi pubblico. Bifronte perchè ad una partenza fulminante, con il protagonista che si "immola" come vittima sacrificale per una missione spaziale in cui, da cavia umana, ad ogni morte sarà replicato con una sorta di Tac a 3D (e le premesse per un buon film tra azione e riflessione sembrano esserci tutte), poi poco alla volta la storia scivola in un quasi imbarazzante film di fantascienza prevedibile ed eccessivamente prolisso (20-30 minuti in meno avrebbero cambiato poco o nulla del risultato finale). Rimane pertanto un pò di amaro in bocca non tanto per il film in sè, che ha comunque momenti coinvolgenti (almeno dal punto di vista scenografico) ma per l'occasione sostanzialmente sprecata da parte di un regista da cui era lecito sicuramente aspettarsi di meglio.
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