Regia di Nicole Holofcener vedi scheda film
TFF 41 - FUORI CONCORSO
La scrittrice Beth, alle prese con il nuovo libro che non riesce a dare alla luce se non con lunghi tentennamenti , va in crisi quando si accorge, origliando di nascosto una conversazione del marito psicologo Don, un tempo suo miglior confidente, che lo stesso ammette di non riuscire a trovare nulla di granché interessante sulla nuova opera della consorte.
È in tal modo che il rapporto tra i due, fino a poco prima quasi idilliaco, va in crisi, mettendo in condizione i due di dirai finalmente cosa pensano, dando sfogo ad ogni pensiero libero fino a poco prima trattenuto per pudore o per spirito di sopravvivenza di coppia.
Ma mentre anche la professione dello psicologo sembra accusare momenti critici, la coppia più legata ai due, ovvero la sorella di Beth, arredatrice di interni, ed il suo consorte Mark, attore in crisi dopo troppe occasioni mancate, sembra indirizzarsi verso un precipizio senza soluzione.
Il ritorno in regia della cineasta Nicole Holofcener, nota per le sue sofisticate commedie newyorkesi tutte dialoghi esistenziali a raffica camuffati con dosi di ironia e lieve comicità, come succede in Parlando e sparlando (2007) e Non dico altro (2013), si stempera e svilisce, questa volta in modo insopportabile, entro un'aurea radical chic che crea fastidio (non ci si può ostinare a fare il verso a Woody Allen, se non si è Woody Allen ma al massimo un suo pallido ricordo).
Nel mondo ovattato ed in fondo assai insulso, oltre che fazioso e presuntuoso, sono tutti scrittori, psicanalisti, arredatori di case e attori impegnato continuamente a sparare scemenze a raffica.
Sembra facile imitare il gran maestro sopra citato, ma a riproporlo pedissequamente si finisce inesorabilmente per farsi solo male. Il pubblico festivaliero, al contrario di chi scrive, pare invece aver accolto molto bene il film, punteggiato da fragorose risate e da sensazioni, solo per pochi aliene ed estranee, di puro divertimento.
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