Regia di Ira Sachs vedi scheda film
Il cinema è lo specchio dei tempi, fotogramma per fotogramma scandisce per immagini i fantasmi e le espressioni sociali dell'umanità. Ne è esempio 'Passages' (miglior film dell'anno), in cui il regista rappresenta la fluidità nella settima arte. Due scene d'amore: una etero; l'altra omo, entrambe intense ma con finalità differenti e funzionali alla messa in scena. Un regista narciso vive una relazione schizofrenica con due amanti ma anche e soprattutto con se stesso. Il film è persino un saggio sul ruolo classista del regista ma anche un racconto appassionato, il quale rappresenta in un periodo cinematografico amorfo le disfunzioni emotive del protagonista e le conseguenze di un comportamento narcisista con annesse le possibili derive inflitte nei coprotagonisti. C'è un ribaltamento Hitchcockiano e c'è anche l'attrice de ' La vita di Adele' e qui gioca un ruolo metacinematografico sulle pulsioni dello spettatore e sul rovesciamento dello stesso in chiave post-moderna. La scena finale allude alla persistente condizione patologica del protagonista (il cinema) a cambiare realtà ma non gli schemi in cui è intrappolato.
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