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Paesaggio con mano invisibile

Regia di Cory Finley vedi scheda film

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La recensione su Paesaggio con mano invisibile

di mck
8 stelle

Invasione morbida: acrilico su mattone (lavoro in corso).

 

 

Il profluvio di metaforizzazione (la Storia la ri/sovra-scrivono i colonizzatori/vincitori) è palesemente esibito, ma ben strutturato, e colpisce con il giusto stile senza sbagliare tono (il gusto per la buona SF si sente tutto) e così "Landscape with Invisible Hand", il terzo film di Cory Finley, da lui scritto (traendolo dall’omonimo romanzo d’un lustro prima di M. T. Anderson che non ho letto, ma si percepisce chiaramente come e quanto l’adattamento sia stato rispettoso e capace di restituirne caratterizzazione, atmosfera, impianto ed essenza) e diretto come per l’esordio di “ThoroughBreds”, mentre per “Bad Education” s’era limitato alla messa in scena, segna un deciso passo in avanti nella carriera del regista, convincendo del fatto che una certa crescita artistica, essendo lui ancora “relativamente giovane”, ovvero poco più che trentenne, sia avvenuta.

 


Buon cast: i giovani Asante Blackk (“When They See Us”), Kylie Rogers (“the Whispers”, Beth da ragazzina in “Yellowstone”, “Home Before Dark”, “Beau Is Afraid”) e Brooklynn MacKinzie, e poi Tiffany Haddish, Josh Hamilton, William Jackson Harper, John Newberg e un a suo modo indimenticabile Michael Gandolfini.

 


Fotografia di Lyle Vincent (“A Girl Walks Home Alone at Night”, “Cooties”, “the Bad Batch”, “Kate”) e montaggio di Louise Ford (“Wildlife”, oltre che da sempre collaboratrice di Robert Eggers, da “the Tell-Tale Heart” al prossimo “Nosferatu”, passando per “Brothers”, “the Witch”, “the Lighthouse” e “the Nortman”), entrambi sodali del regista, e musiche di Michael Abels, compositore di fiducia di Jordan Peele (“Get Out”, “Us” e “Nope”), che qui sforna un utilizzo commovente (“Star Trek: tOS”) di...

 

 

...theremin, sintetizzatori ed archi, mentre tra le canzoni di repertorio spicca, nella proverbiale versione originale di Skeeter Davis, il superclassico (e quindi un po' inflazionato: "Matinee", "Lost", "Mad Men", "the Boat That Rocked", "Wayward Pines", "Don't Worry Darling", "Foe"), ben inserito, “the End of the World” di Sylvia Dee e Arthur Kent. Ottimi effetti speciali supervisionati da Erik-Jan de Boer su artwork di William Downs. Producono Annapurna, Plan B ed MGM, che distribuisce.

 


"Landscape with Invisible Hand", inserendosi nellormai non minuscolo sotto-filone del post-"Parasite", ci parla di un’invasione morbida, a mezza via tra la schiavizzazione non genocidiaria e la temperatura di ebollizione delle rane: acrilico su mattone (lavoro in corso). 

 

 

* * * ½/¾ - 7.25  

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