Regia di William Oldroyd vedi scheda film
AL CINEMA
La giovane Eileen vive il disagio di una vita costretta a dividersi tra la cura del padre ex poliziotto alcolizzato dopo la morte della moglie e madre, ed un lavoro di segretaria che non la esalta né motiva dal punto di vista professionale.
Timida, riservata, la giovane vive una propria sessualità controversa sfogata spiando coppie e provando piacere più nei confronti d i individui del proprio sesso.
Il giorno in cui, nel carcere minorile in cui lavora, si presenta una nuova, affascinante psicologa, Eileen ne viene completamente sedotta, facilitata dall'atteggiamento aperto che la nuova collega ostenta con naturalezza nei suoi confronti.
Ma un giorno, invitata dalla psicologa nella propria nuova casa, Eileen si accorge che la donna sta dimorando nella casa dei genitori di un suo paziente, recentemente incarcerato dopo aver ucciso il padre in un raptus di violenza fuori controllo.
La psicologa cerca di spiegare le motivazioni per cui si trova in quell'appartamento..... e da quel momento al promettente noir che segna il ritorno in regia dell'altrettanto promettente regista di Lady Macbeth, William Oldroyd, iniziano i problemi.
Per quanto probabilmente non imputabili ad una trasposizione che inevitabilmente si misura sul romanzo originale piuttosto noto di Ottessa Moshfegh, la storia si impantana in una serie di sanguinolenti svolte e tranelli che vedono le due "dark ladies" stipulare per vie brevi un patto volto a tirarle fuori indenni da una situazione difficilmente sostenibile.
La protagonista abbocca all'amo, e resta fregata, almeno dal punto di vista sentimentale, perché il film ha la lungimirante idea di chiudere con un finale possibilista o quantomeno molto aperto, utile ad evitare ulteriori danni.
Più che la volenterosa e già apprezzata Tomasine McKenzie, o la sin troppo compiaciuta Anne Hathaway, la prova attoriale che conta risulta quella resa da un personaggio secondario, ma cruciale alla bislacca svolta narrativa, rappresentato dalla figura controversa ma interessante (più di ogni altro personaggio) della madre del minore assassino, interpretata dall'ottima Marin Ireland, alle prese con un personaggio ostico ed oscuro che la brava e troppo poco nota attrice americana vista anche in The Irishman di Scorsese, affronta ostentando una bravura sconcertante.
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