Regia di George A. Romero vedi scheda film
Nell'estate del 1976 il regista Romero girò un ottimo film dell'orrore sui vampiri. La storia di un giovane vampiro che si nutre di sangue tramite siringhe è il pretesto per parlare del fondamentalismo religioso, del pregiudizio, del perbenismo borghese, del timore per i ''diversi'' e del provincialismo ignorante e bigotto. Gli elementi che ho citato poco fa determinano l'emarginazione sociale dell'individuo condannato così alla solitudine. Il film narra la frustrazione sessuale di certi emarginati e la depressione, l'infelicità, la disperazione che vivono alcuni individui in una periferia industriale noiosa e desolata. Il giovane vampiro finirà per innamorarsi di una casalinga depressa ed infelice che si suiciderà, ovviamente il nostro eroe verrà additato come l'assassino e per questo ucciso. Il vampiro giovane, bello, che preleva il sangue dalle sue vittime con una siringa rompe ogni stereotipo o lugo comune sui vampiri. Tutto ciò può essere letto come la metafora della pigrizzia mentale che si basa sui luoghi comuni, sugli stereotipi e quindi sul pregiudizio. Un film toccante, dolce, delicato e molto sensibile.
Un uomo anziano imbevuto fino al midollo di un fondamentalismo religioso bigotto e miope, accoglie a casa propria un cugino di 19 anni che in realtà e un vampiro. Il ragazzo schiacciato dal pregiudizio medioevale che circonda la sua categoria, finisce per innamorarsi di una casalinga infelice. Finale amarissimo.
Il regista compare in un cameo nei panni di un giovane prete che non condivide la religiosità bigotta di Cuda. A differenza della notte dei morti viventi questo film ha una trama solida e un grande messaggio morale alla base. Il regista condisce il film con ottimi ingredienti: il dj con il quale il protagonista stringe amicizia, i due amanti aggrediti dal vampiro, i drogati assaliti dal vampiro ed il finale tristissimo. Ho letto che per questo film Romero scelse attori semi professionisti.
Il futuro docente di recitazione propone una figura densa di timidezza ed angoscia adolescenziale. Amplas tuttavia dona un'enorme profondità al suo personaggio che appare ricco di sfumature e complesso.
Perfetto nella parte del vecchio bigotto, borghese, perbenista, baciapile, profondamente miope ed ottuso.
L'attrice morta a New York nel 2005 a 60 anni interpreta una casalinga depressa ed infelice. L'interpretazione della Nadeau è carica di una struggente dolcezza e di una toccante malinconia. Tuttavia la sua interpretazione non è mai cupa o deprimente, questo grazie anche al regista. Indimenticabile la scena in cui la donna da un passaggio in auto al vampiro e gli racconta tutti i suoi problemi mentre lui tace ed ascolta.
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