Regia di George A. Romero vedi scheda film
Il film maggiormente sentito di Romero della propria intera carriera, in cui sono presenti la maggior parte dei suoi temi, considerato più riuscito persino di "Zombi" e "Il Giorno degli zombi", è un compendio quasi perfetto di studio sulla solitudine, e non soltanto per lo stesso anno, Martin(John Amplas), che si potrebbe quasi definire la versione vampirica di Travis Bickle in "Taxi Driver".
Un vampiro che non ha ali da pipistrello, non può volare, non ha poteri ipnotici e di far fare ciò che comanda alle persone, le donne nella fattispecie come avrà a dire in una delle telefonate di Martin da camera sua alla radio privata di Pittsburgh, deve utilizzare lamette da barba per abbeverarsi di sangue dalle sue povere vittime, narcotizzate previamente con iniezioni di Pentothal.
Nella versione lunga americana sono maggiormente sottolineate tutte queste riflessioni sulla probabile e soltanto follia, senza nessuna maledizione ancestrale -come però i flashbacks in bianco e nero degli anni '20 e in un Paese dell'est Europa, suggerirebbero- annegata nell'isolamento e dell'emarginazione del protagonista; soprattutto in alcuni dialoghi con la cugina Christina interpretata da Christine Forrest(che poi sposerà Romero), rispetto alla più corta di ca. 10' versione cinematografica italiana di Alfredo Cuomo e dei Goblin(per il sottoscritto quindi ben superiore a quella musicata con musiche soporifere da "library" composte da Donald Rubinstein)da "Il Fantastico viaggio del Bagarozzo Mark", rispetto alla dunque più "di superficie" ma veloce, edizione italiana.
Recentemente è stata approntata anche una versione in alta definizione interamente in bianco e nero, così come l'originale montato da circa tre ore recentemente ritrovato e che forse non vedremo mai più, essendo stato aggiudicato da un collezionista privato ad un'asta.
Anche così, rende pienamente giustizia alla fotografia inconfondibile, dai colori smorti ma anche contrasti brillanti e accesi, di Michael Gornick, impareggiabile per come riprende e con quale gusto i sobborghi industriali e commerciali in piena crisi e decadenza, di Pittsburgh.
Eccellente John Amplas collaboratore poi in molteplici ruoli di Romero e del socio produttore Richard P. Rubinstein, è talmente perfetto nel ruolo che pare impossibile la casualita, quasi alla pari del Conte Nosferatu di Klaus Kinski.
Straordinarie le telefonate citate alla radio privata, per cui Martin diventa un personaggio richiesto dagli ascoltatori come "Vero Conte Dracula, vampiro moderno", ma minimamente compreso e soltanto all'insegna del mezzo come intrattenimento ridanciano, mentre egli cerca anzi disperato di avvertire sugli omicidi che dovrà poiché obbligato dal suo bisogno di sangue, a commettere.
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