Regia di J.C. Chandor vedi scheda film
AL CINEMA
La figura rancorosa e piena di istinti aggressivi che tratteggia Kraven, è nata a metà anni sessanta come nemico di Spiderman, ed apparso fugacemente, quasi inosservato, nei precedenti svariati ultimi adattamenti cinematografici che hanno fatto seguito alla apprezzata trilogia originale Marvel che ha tenuto occupato per anni (sin troppo a dirla tutta) il talentuoso Sam Raimi.
Ora il temibile cacciatore, al pari del mostruoso e non meno irascibile Venom di Tom Hardy, si guadagna la posizione di protagonista in un film tutto suo, per questo sacrificando molta della cattiveria irriducibile che lo caratterizza da nemico di Spiderman, e presentandosi in tutta la propria problematica interiorità di uomo combattuto tra un padre-padrone non proprio esemplare (lo interpreta con espressione perennemente smargiassa un consuetamente ursino Russell Crowe), ed un brutto ceffo dalla pelle mutevole, che altri non è se non Rhino il rinoceronte (interpretato da Alessandro Nivola), altro celebre nemico del.famoso aracnide-supereroe.
Forte di un capitolo tutto suo, Kraven può giovarsi della scelta dell'attore attualmente più ammirato e bello del firmamento hollywoodiano.
L'inglese spavaldo ed armonioso Aaron Taylor-Johnson, muscolare trentaquattrenne noto sul grande schermo almeno dai tempi di Nowhere Boy ove appariva come un tenero adolescente John Lennon, e attore sexy dal gran portamento, papabile per l'ambìto ruolo del nuovo Bond, è decisamente perfetto per la parte.
Quello che sfianca e delude di più è lo svolgimento emotivamente poco avvincente della storia, spesso rutilante come ci si aspetta da un Marvel movies, costellata poi di effetti speciali che appaiono subito se non strabilianti, decisamente convincenti, poi subito dopo essere reiterati eccessivamente, senz'altro più stucchevoli ed esagerati.
Il resto della narrazione è imbrigliato di puro cliché, dei più risaputi e pedanti, lungo una durata che si protrae come di consueto a superare le due ore, tra prolissità e frasi fatte, personaggi adeguatamente irrisolti e tormentati tra cui emerge il fratello Camaleonte dell'esile Fred Hechinger, e l'ambiguo, micidiale e freddo Straniero di Christopher Abbott, forse il personaggio più riuscito.
Eroina di turno la disinvolta e saccente Calypso, interpretata dalla premio Oscar Ariana DeBose.
In regia un mestierante affidabile come J.C. Chandor, che in passato ha diretto anche qualcosa di valido (Margin Call - 2011, 1981: Indagine a New York - 2014) si impegna a rendere il filmone caotico e prolisso come qualcosa che si avvicina ad un lavoro dignitoso. Riuscendovi solo in parte, purtroppo.
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