Regia di George Miller vedi scheda film
Quinta sfornata della settima arte Milleriana al 100%
Da un po’ la saga di Mad Max è diventata tra le mie preferite. Ed indubbiamente tra le poche riuscite nel corso dei decenni. Ed è ritornata con FURIOSA: A MAD MAX SAGA, sempre timonato dal capitan George Miller, con lui la tenente Anya Taylor-Joy e il sottotenente Chris Hemsworth che portano il vascello in alto mare, anche se sulla sabbia dell’Australia post apocalittica.
La storia ritorna su Furiosa, ma ricoprendo il suo passato a quindici anni da Fury Road. Vive nel Luogo Verde, ricco di flora, fauna e frutti, ma un giorno arrivano dei motociclisti che la rapiscono e la portano al cospetto del loro capo Dementus per rivelargli l’esatta ubicazione dell’oasi. Dopo la morte della madre e passati degli anni verrà presa tramite trattativa sotto la protezione di Immortan Joe nella sua Cittadella. Di lì, sotto le mentite spoglie di un trasportatore di merci per la Cittadella, tramerà la sua vendetta contro Dementus.
Va’ subito detto che George Miller a 79 anni gira come uno di 29 e la fantasia di 19. Tecnicamente elevato, ben montato, la fotografia calda e avvolgente, il sonoro e le musiche stavolta un po’ meno impattanti del solito, ma sempre buone, poche scene d’azione con sparatorie, esplosioni, inseguimenti in macchina, moto e camion, ma lunghe, spettacolari e chiare, poca cgi e mai invasiva, ma soprattutto un grande elogio agli stuntmen. Inutile dire che l’Australia desertica rimane ancora tra i migliori scenari post apocalittici.
Eccezion fatta per un paio di elementi leggermente stonati e una sottotrama forse allungata più del dovuto la scrittura è ben fatta, più introspettiva, focalizzata sui personaggi e perfettamente coerente col film che verrà dopo. Un’epopea sul trauma, la vendetta, la guerra e la sopravvivenza. Sia Anya Taylor-Joy che l’attrice bambina, con poche e buone battute in croce, riescono a bucare lo schermo anche sono con gli sguardi. Chris Hemsworth interpreta un cattivo Dementus bello sfaccettato, istrionico e con delle pecche caratteriali anche verso i suoi uomini. Tra l’altro Immortan Joe e i suoi uomini si dimostrano ancora interessanti.
Insomma, una storia dove in fondo nessuno è buono, nessuno è veramente candido e nessuno fa’ niente per niente. Tranne forse George Miller. Mi spiace solo che, per adesso, in sala sta’ un po’ floppando. QUINDI CELERE E NIENTE SCUSE!
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