Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Credo che la cosa miglore di questo film sia la beffarda ambivalenza del significato del titolo che si svela dalle parti del finale in tutta la sua cattiveria programmata.Per il resto è un film episodico che racconta in termini parodistici il bisogno di essere caritatevoli da parte dell'opulenta civiltà del benessere contrapposta alla fame atavica del popolo africano che non sembra tuttavia così arrretrato come sembra ai bianchi.L'armata brancaleonica di cooperanti e imprenditori che vogliono solo un po'di pubblicità mostra tutto il suo peggio ben presto e ha un rapporto con la civiltà africana minato dalla sua ignoranza e dalla sua presunzione.Ferreri spara bordate a palle incatenate più sui bianchi,ricchi che cannibalizzano i poveri che sugli altri che secondo lui rispettano solo un rito millenario.Non so se all'epoca era già chiaro il business degli aiuti alle popolazioni povere.Se allora non era fatto acclarato,oggi ci sono le prove circostanziate a testimoniarlo,per molti è solo marketing.Questo è un film che se la prende un po'con tutti(che dire del missionario Michel Piccoli?),che spara ad alzo zero verso la carità"pelosa" che molti esercitano e verso una presunta egemonia culturale sui popoli africani.Forse ha talmente tanti bersagli da centrare che non li centra tutti.E pur essendo caustico e virulento la moltiplicazione dei bersagli sfiora tangenzialmente la demagogia...
la metafora si svela con la parodia
le sue doti recitative non mi sembrano così evidenti
efficace caratterizzazione
non male
apparizione staniante
trascurabile
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta