Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Il cannibalismo in senso stretto dei selvaggi primitivi africani contrapposto a quello meno esplicito, ma certo innegabile, praticato dall'Europa sul continente nero. La rivincita di un popolo sfruttato oltre ogni dire viene inoltre a dimostrare l'inutilità e la falsità dei sensi di colpa che stanno alla base di tante missioni 'umanitarie'. L'intento è palese, ma il ritmo blando e la trama vacillante (poche idee e scarsa vivacità) sono i principali difetti dell'opera, pertanto considerabile (e considerata) un 'Ferreri minore'. Del resto sarà un lavoro meno incisivo del solito, ma il caustico regista sa sempre creare un cinema di rottura ed anticonformista; Placido e Piccoli sono le cose migliori del film, mentre la presenza disturbatrice della Braschi la dice lunga sulla bassezza cui riesce ad arrivare in certi momenti.
Cinque camion carichi di cibo, aiuti e volontari compongono una missione umanitaria europea che si inoltra nel Sahel, nel deserto africano. Lo scontro con la realtà locale è più duro del previsto e la spedizione finirà vittima di selvaggi locali, per giunta cannibali.
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