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Marcia nuziale

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su Marcia nuziale

di cantautoredelnulla
8 stelle

Interessante analisi dell'istituzione matrimoniale e della coppia incorniciata al suo interno, presentata in quattro momenti che vanno dalla celebrazione fino alla sua inevitabile fine.  I momenti della vita matrimoniale che propone Ferreri sembrano passi progressivi di una storia unica, che va dalla ricerca del matrimonio-maschera formale per sfogare un istinto sessuale, passando dalla crisi sessuale che risente della quotidianità, per poi presentarci l'analisi della crisi sessuale stessa che invece di curarla sembra sotterrarla definitivamente, fino a concludersi nella sostituzione della relazione umana con una bambola sempre consenziente, quasi un rimando alla nostra stessa infanzia e al gioco di ruolo infinito.  Forse si può leggere in tutto questo che l'uomo non è ancora abbastanza maturo per sapere affrontare la relazione con gli altri esseri umani? O che l'estraniazione del matrimonio non può che portare due esseri viventi a diventare come l'uno il feticcio dell'altro al prezzo della perdita di una propria personalità? Indubbiamente le riflessioni che nascono sono tante e diverse e questo è il pregio del film. Dalla "mutanda di castità" della cagnolina (che però non ha perso occasione per amoreggiare con un altro cane), alla moglie che non si sente apprezzata e si vede come donna alienata-oggetto del matrimonio, per poi passare alla relazione della coppia col mondo esterno, salvo poi scoprire che alla base c'è sempre e soltanto un implicito richiamo sessuale, Ferreri ci parla in questo film del nostro mondo e del nostro modo di essere uomini; osserva le regole, le relazioni e le smembra fino a ridurle in brandelli di imbarazzante vacuità dove tutto ciò che riempie le nostre azioni è solo la pulsione e l'istinto. Per questo l'ironica felicità che pervade il mondo del futuro è basato su una non relazione, sul narcisismo e l'egocentrismo propri dell'essere umano, su quegli istinti che la nostra civiltà ci ha insegnato a governare, ma che non può sotterrare. E poi l'ironica richiesta di Tognazzi che chiede di potere avere il nuovo modello di bambola perché la moglie è solo una bambola di serie B: un po' come quando un uomo che incomincia a vedere all'orizzonte il tramonto, abbandona la moglie invecchiata con lui per ricercare la novità... Semplice, eppure geniale nella rappresentazione e nell'intuizione. Anche se non siamo bambole o automi, quel finale ci invita ancora a riflettere su quello che siamo e su quello che proiettiamo su di noi.

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