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Marcia nuziale

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su Marcia nuziale

di Furetto60
6 stelle

Nono film di Ferreri, lo stile è il solito, ma stavolta graffia meno. Bella prova di Tognazzi.

 

Come da consuetudine per quel periodo, il film si articola in quattro episodi, che hanno come denominatore comune il matrimonio

 

Prime nozze

 

Due coppie altolocate "combinano" le nozze tra Camilla e Lutero, due bassotti dal pedigree blasonatissimo. Dopo una lunga frequentazione, durante cui  la cagnetta rigorosamente illibata è costretta per preservare la sua integrità, a indossare un paio di mutandine; “il matrimonio” viene effettivamente celebrato presso il notaio e consumato nello studio del veterinario, che ha predisposto un talamo per l’occasione, tra brindisi e feste dei padroncini. Una burla che prende di mira non tanto il matrimonio, quanto certe passioni maniacali, che degenerano in una ridicola umanizzazione degli animali domestici 

Il dovere coniugale

Dopo avere coricato, non senza fatica il figlio, un padre di famiglia cerca disperatamente di consumare un rapporto sessuale con la reticente consorte, ma quest'ultima cincischia, finché lui deluso e irritato alla fine si addormenta. Ironia sul sesso che dopo anni di matrimonio, diventa solo un peso per massaie madri, impegnate in una faticosa routine

L'igiene coniugale

La storia è ambientata a New York; Frank partecipa stancamente con la moglie a una sorta di terapia di gruppo, con altre coppie sposate, tra cui un sacerdote, che insiste sul bisogno di avere una vita sessuale piena  per "salvare il matrimonio". Dapprima riottoso ad aprirsi, Frank sentendo i discorsi della padrona di casa, appartato in cucina, si eccita e consuma con lei una  frettolosa sveltina

La famiglia felice

All'inizio dell'episodio compare la scritta "Nel terzo millennio saremo felici!".Il matrimonio è salvo grazie all'invenzione di bambole con corpi dalle sembianze umane, che surrogano con successo mogli, mariti, figli e amanti. Il protagonista vive su un'isola con la moglie di plastica, un modello B del 1986, quando giunge un uomo, sposato con un modello Z del 1999 di fattura più pregiata, costui va in crisi e insulta il suo manichino. Nelle intenzioni sarcastico, ma in sostanza graffia poco. Ferreri lancia i suoi strali contro l’istituzione matrimoniale e lo fa alla sua maniera, cioè adoperando un linguaggio  grottesco e surreale, soprattutto nell’ultimo episodio dal tono Orwelliano.Tognazzi protagonista è assolutamente in parte, ma non basta. Non tra i migliori di Ferreri 

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