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Y tu mamá también

Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film

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La recensione su Y tu mamá también

di kubritch
10 stelle

Sui pregiudizi e sulla disintegrazione dei rapporti interpersonali. Due Pinocchi senza redenzione.

Ad una visione superficiale potrebbe sembrare un film sulla bellezza dell'esuberanza giovanile. Infatti, il racconto si presenta come il ritratto compiacente di un'amicizia tra due adolescenti messicani con l'argentovivo addosso. "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia." Tenoch e Julio sono estroversi e disinvolti fino alla strafottenza, sessualmente disinibiti, decisi a cogliere l'attimo. Ci risultano da subito simpatici per quel modo di fare ribelle alle convenzioni di una società conservatrice, fascista e corrotta, come piccole rockstar. Essendo di buona famiglia non hanno problemi di denaro che spendono sfacciatamente in divertimenti, droghe e alcol. Oltretutto, i due ambiscono a diventare scrittori e ci seducono con la loro esplosiva fantasia. Dunque, abbiamo l'impressione che la direzione presa dalla narrazione sia quella di un'educazione sentimentale, magari, sul diritto degli adolescenti di avere una loro vita sessuale, visto che il film si apre proprio con un'intensa scena di sesso, alzando l'asticella di ciò che è lecito vedere in un film per il grande pubblico. Ad accentuare un clima di ottimistica avventura, è il tono da commedia della voce fuori campo che commenta e integra la visione di ulteriori informazioni sulle vite dei personaggi e sulla situazione politica. Ad un ricevimento i due amici corteggiano senza pudore una donna solitaria ed affascinante che si rivelerà essere la moglie del cugino di Tenoch, uno scrittore che avevano appena finito di sbeffeggiare. Per nulla intimiditi dalla scoperta i ragazzi decidono di invitare Luisa ad una gita verso una località balneare di cui, in realtà, non sanno un bel niente. Partire all'avventura senza una meta precisa e senza sapere a cosa si andrà incontro, è un progetto che non può che piacerci. Ha tutto il sapore di una libertà che Luisa sembra non aver più vissuto da quando ha preso marito, per cui alla scoperta della sua ennesima scappatella si convince ad afferrae l'attimo trasformandosi durante la visione, da persona controllata ed apparentemente ignara a donna disinibita e sessualmente disponibile. Le prime tracce di qualcosa che non coincide perfettamente con le nostre aspettative ce li fornisce la scena in cui i due affiatati protagonisti si imbattono nel cadavere di un operaio riverso sulla strada che li conduce dal loro oggetto del desiderio. Luisa, però, piange e i due i ragazzi, durante una sosta, la sorprendono. La vediamo più volte piangere ed è una cosa che ci infastidisce un po', come un tratto di falsa innocenza o di futile ingenuità. Da tener presente la differenza di età. In realtà, Luisa è mossa da ragioni che solo il finale svelerà ribaltando totalmente la prospettiva sul racconto e sulla vita. Non ci sono grandi verità da rivelare; grandi lezioni sulla vita che, alla fine, riprende a scorrere come sempre. Questo è davvero spiazzante. Tutto cambia. Nulla è ciò che sembra. E i due ragazzi, prima esuberanti e colorati, si stingono e si spengono, appiantendosi sullo sfondo della quotidianità. I sogni di gloria all'americana nutriti dai ragazzi, assieme ai sentimenti di amicizia, si rivelano di cartapesta. Luisa è l'unica che ha coscienza di sé ed infligge, non si sa, quanto intenzionalmente, una bella batosta ai due ragazzi, facendo emergere tutta la superficialità della loro concezione della vita. Il vero male della nostra società è l'indifferenza e il pregiudizio e Cuaròn attira anche lo spettatore nella trappola sapendo che rappresentano un atteggiamento condiviso e propagandato dai media. L'emulazione della dolce vita e del sogno americano sta disintegrando i rapporti interpersonali. Luisa va verso il mare con lo stesso spirito del piccolo Antonie de I 400 colpi di Truffaut. E' lei l'innocente, non i ragazzini. E' cinema cinema poiché non si limita a mostrarci una sequenza dei fatti, ma sfrutta a pieno tutte le possibilità espressive del mezzo con un linguaggio personale. Cuaròn ce lo ha confermato anche nella sua ultima e giustamente premiatissima pellicola.

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