Regia di Elio Petri vedi scheda film
Il pittore astrattista Leonardo Ferri, in crisi esistenziale e creativa, esprime la volontà di trasferirsi in una località di campagna per ritrovare l'ispirazione. La scelta cade su un casolare in Veneto, teatro, in tempo di guerra, di un fatto di sangue. La giovanissima nobildonna ivi dimorante, Wanda, nota per essersi concessa a buona parte dei giovani locali, morì ivi di morte violenta, in circostanze mai ben chiarite. Da subito strani eventi si verificano nella casa. E' possibile che il suo spirito inquieto si aggiri tra le stanze della villa, per perseguitare la disinibita Flavia, manager ed amante di Leonardo, della quale è gelosa ? Elio Petri dirige un thriller al confine con l'horror affidando a Franco Nero il ruolo del protagonista Leonardo, in grave difficoltà psicologica. Nonostante il benessere economico e la fama, Leonardo è un infelice, un animo inquieto. Alla confusione del suo stato mentale contribuisce il difficile rapporto con Flavia (Vanessa Redgrave), agente e amante; ben presto appare evidente che il secondo connotato della donna è funzionale al primo. Ella fa in modo di accontentare Leonardo sotto ogni aspetto, affinchè la sua produzione artistica sia sempre di una qualità tale da soddisfare i ricchi acquirenti delle sue opere. Lo asseconda, dunque, anche nella follìa, nel vortice della quale il pittore è risucchiato senza possibilità di guarigione, dettaglio, questo, che comprendiamo nel duro epiloogo, pur avendone segni premonitori in una delle tante allucinazioni di cui è vittima Leonardo, nella quale è costretto seduto su una sedia a rotelle e sottoposto ad elettroshock dalla stessa Flavia, in divisa da infermiera. Alla luce di questa interpretazione, mi sento di escludere la presenza dell'elemento sovrannaturale nel racconto. I fatti inquietanti - devastazione della postazione artistica di Leonardo; mobili ed elementi della casa che si muovono a danno di Flavia, quando ella è presente nella magione - possono essere generati dallo stesso Leonardo. Egli dà nuova vita allo spirito della contessina Wanda, del quale coglie, grazie alle proprie indagini, l'espressione di genuine sensualità e voglia di vita, scagliandolo contro Flavia e la sua interessata accondiscendenza. La visione è molto complessa. Il film è ricco di allucinazioni, sequenze oniriche, flashback e visioni di ciò che sarà. La colonna sonora di Ennio Morricone trasmette irrazionalità, quella stessa che leggiamo negli sguardi e nelle mimiche di Franco Nero. La quasi totalità della vicenda è raccontata dal punto di vista dell'instabile artista; pertanto la realtà - percepita secondo parametri soggettivi - si fonde improvvisamente, impercettibilmente con il sogno, e viceversa. Tutto ciò che appare incerto trova spiegazione nell'amara conclusione, che mostra Leonardo intento a creare, finalmente in pace, all'interno delle mura di un ospedale psichiatrico. Oltre al tema portante - la follìa - Elio Petri affronta diversi altri argomenti, anche di carattere sociale; ci parla di arte moderna - mostrandone le tecniche - e di arte in genere, deprecandone la mercificazione; ci parla altresì dello straniamento indotto dalla modernità, il quale contribuisce ai tormenti del protagonista. Incidentalmente, racconta una cupa storia di "profonda provincia", segnata da un perbenismo che a fatica trattiene ossessioni, esplosioni di istinti, superstizioni. Elio Petri fa largo uso di immagini "forti". Scorre copiosamente il sangue - seppur in sequenze oniriche - fondendosi a volte con le tinte utilizzate nelle pratiche pittoriche del protagonista. Un appassionante thriller, intriso di morbosità e follìa, sin dai primi istanti, criptico per gran parte della sua durata, poichè i fatti giungono allo spettatore mediati dalla sensibilità alterata del protagonista, ma lucidissimo nelle battute finali.
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