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Scary Movie 2

Regia di Keenen Ivory Wayans vedi scheda film

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La recensione su Scary Movie 2

di FilmTv Rivista
6 stelle

Una sequenza pretitoli da manuale, con due esorcisti che si prendono cura di una sosia di Linda Blair incatenata al letto e fanno a gara con lei in diavolerie e schifezze (e James Woods, l’esorcista capo alla Max von Sydow, non fa rimpiangere Marlon Brando che avrebbe dovuto interpretare la sua parte). Poi, torniamo ai sopravvissuti di “Scary Movie 1”, che sono arrivati al college e vengono prescelti da un professore imbroglione e mandrillo e dal suo assistente spettinato e paraplegico per un esperimento con poltergeist in una villa maledetta. Da qui “Scary Movie 2” segue sostanzialmente la traccia di “Haunting”, il brutto film del ’99 di Jan De Bont che rifaceva il bel film del ’63 di Robert Wise. Arrivo alla casa, presenze malefiche, nebbia sotto le porte e un fantasmone che dà la caccia agli occupanti con l’aiuto di uno scheletro alla Harryhausen e di una donna fantasma molto disponibile che ha un gran fisico e una faccia spaventosa (ma basta coprirgliela con un sacchetto della spesa). Tutto, naturalmente, ribaltato in una parodia irriverente, sboccata, pop, come dicono i Wayans. Le citazioni si inseguono, come piace ai fratelli. Per elencare solo le più evidenti, oltre a “L’esorcista” e “Haunting”, “Poltergeist”, “Le verità nascoste”, “Mission: Impossible 2”, “Hannibal”, “La piccola bottega degli orrori” e “Charlie’s Angels” (in due delle sequenze più azzeccate). Più omaggi “trasversali” a “The Rocky Horror Picture Show” (attraverso Tim Curry, che qui fa il professore e là era Frank N. Furter) e a “Frankenstein junior” (attraverso Chris Elliott, un grande della televisione americana, che fa un maggiordomo “manutentore” come dice lui che pare il fratello di sangue di Igor). Sarà anche goliardico, come il primo, come gli “American Pie”, come si diceva dei fratelli Farrelly e, prima ancora, di John Landis. Ma è divertente; e questi Wayans hanno comunque idee comiche da vendere, una bella perfidia, nessuna vergogna. Qui purtroppo si lasciano prendere la mano dalla convenzione “casa stregata” e, soprattutto nella parte centrale, perdono di ritmo. Un po’ meno riuscito del precedente.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 43 del 2001

Autore: Emanuela Martini

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