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L'Impero

Regia di Bruno Dumont vedi scheda film

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La recensione su L'Impero

di alan smithee
5 stelle

locandina

The Empire (2023): locandina

CINEMA OLTRECONFINE

Nella Côte d'Opale, sulla Manica il figlio di un giovane pescatore, già conteso tra i due genitori separati, si trova al centro di una disputa che vede scontrarsi un gruppo di cavalieri difensori del genere umano, che nella quotidianità vengono scambiati per umili pescatori, contro una razza di spietati extraterrestri che, attraverso un'astronave dalle fattezze di basilica gotica (il film è stato in parte girato presso la Reggia di Caserta, già prescelta da Lucas per Star Wars), tenta di conquistare il pianeta Terra. Uno tra i massimi ed originali autori cinematografici contemporanei francesi si dedica per la prima volta ad esplorare il genere della fantascienza.

 

Lyna Khoudri

The Empire (2023): Lyna Khoudri

scena

The Empire (2023): scena

Ma lo fa senza scendere a patti con generi e stili a lui poco familiari, adattando infatti le regole di base insite nel genere, alla propria idea e stile cinematografici.

Con risultato di certo curioso, ma anche completamente distante dal proprio culmine creativo (basti pensare allo straordinario esordio con La vie de Jesus, da noi diventato L'età inquieta, e a L'umanità, Flandres, Hors Satan, Ma Loute e Les petit Quinquin), occorso in diverse altre circostanze.

 

Fabrice Luchini

The Empire (2023): Fabrice Luchini

Anamaria Vartolomei

The Empire (2023): Anamaria Vartolomei

Bruno Dumont infatti, con il suo folle L'Empire, fresco di un premio (Orso d'Argento, Premio della Giuria) a Berlino 2024, riscrive farsescamente Star Wars con personaggi e le ambientazioni normanne tipiche del suo straordinario Petit Quinquin.

Ma il suo personale Balle Spaziali, nonostante un Fabrice Luchini irresistibile ed incontenibile, nonostante la presenza di due bellezze assolute come Anamaria Bartolomei e Lyna Khoudri, o di attrici dai profili internazionali come Camille Cottin, a Dumont continuano ad interessare gli sguardi asimmetrici ed irregolari di una tradizione popolare che utilizza l'imperfezione fisica per anelare all'eroismo.

Il film, per quanto spassoso, rimane un capitolo del percorso singolare dell'artista difficile da manovrare e divertente solo a tratti, convincente invece, a differenza delle spesso ben più ostiche opere già citate, quasi mai completamente.

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