Regia di Lucie Borleteau vedi scheda film
Non so se ho già scritto in merito a quanto sia interessante il My French Film Festival (forse solo due volte questa settimana), quindi mi pare il caso di ribadirlo: è un'ottima occasione per fare un excursus sull'incredibile libertà formale di quella cheattualmente è con tutta probabilità la cinematografia più viva e stimolante a livello mondiale.
À mon seul désir (frase estrapolata da uno dei celebri arazzi della serie della Dama e l'unicorno di Cluny) è il nome di un locale di strip-tease dove la protagonista Manon entra spinta da un'impeto di liberazione (sessuale ma non solo) e dove svelerà (anche in senso letterale) se stessa.
Film per molti versi accostabile come struttura a quello dell'anno scorso sugli spettacoli drag, Solo di Sophie Dupuis (la libertà sessuale, la "sorellanza" tra colleghe, l'amore omosessuale che si deteriora a causa dei differenti rapporti di forza, la gioia artistica del mostrarsi), propone l'esibizione di se stessi come un atto di gioia e di libertà scevro di colpe, anzi idealizzato come una forma d'arte basata sul potere femminile e sull'affermazione di se'.
Trovo curioso inoltre il raffronto con un altro film passato al MYFFF di quest'anno, ovvero La Bête dans la jungle, in quanto i due film risultano essere antitetici: mentre in quello i protagonisti entrando in un locale finiscono in uno stato di stasi apatica guardando gli altri ballare, in questo entrando in un locale rinascano e, ballando, si mostrano agli altri.
La regista Lucie Borleteau gestisce molto bene la prima parte del film, mostrando un erotismo finalmente esplicito e "puro", ovvero privo di pruderie e moralismi, mentre arranca un po' di più quando si addentra nello sviluppo della storia d'amore tra colleghe e nella contrapposizione con la moralità del mondo reale. Anche alcune metafore visive non convincono del tutto (l'idea della protagonista liberata che vede i passanti senza veli per poi ricoprirli quando il sogno finisce poteva essere rappresentata meno grossolanamente).
Resta comunque potente il messaggio di libertà presente nel film, esplicitato nella frase finale della maitresse-narratrice: Sortez de chez vous les filles! Ce n’est pas parce que vous prenez des risques qu’on vous retrouvera en morceaux au fond d’une malle (Uscite di casa, ragazze! Solo perché correte dei rischi non significa che vi ritroverete a pezzi in fondo a un baule).
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