Regia di Lee Tamahori vedi scheda film
Genere, solo genere per il nuovo film sul detective, scrittore, psicologo Alex Cross, che avevamo già incontrato nel ’98 in ”Il collezionista“ di Gary Fleder. Questa volta non alle prese con un serial killer, ma con un rapitore megalomane ed esibizionista, che vuole emulare uno dei più celebri rapimenti del secolo (quello del figlio di Charles Lindberg, il trasvolatore solitario dell’Atlantico). Più, sottotracce e controplot che confondono parecchio la storia e rendono altalenante la sua atmosfera. Ma questo potrebbe essere un problema del romanzo di James Patterson da cui è tratto “Nella morsa del ragno”, visto che anche “Il collezionista” soffriva di troppi colpi di scena e improvvise svolte narrative. Tuttavia, Morgan Freeman è talmente bravo che basta un suo sguardo a suggerire inquietudini e un sottotesto che probabilmente non esiste: il suo Cross entra di diritto tra i poliziotti cinematografici da ricordare. E la regia di Lee Tamahori è solida, con momenti di efficace tensione (la sequenza prima dei titoli, l’appostamento davanti all’ambasciata russa, la corsa per la consegna del riscatto). Peccato, veramente, per i contorcimenti narrativi.
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