Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Quasi una metafora della carriera del regista, Antoine Fuqua, che il suo “training day” (il giorno d’addestramento) l’ha fatto a Mtv prima e con un filmetto videoclipparo dopo (“Costretti ad uccidere”). Ma una volta svezzato ha preso il volo, per le strade di East L.A., inseguendo un pivello al primo giorno di servizio e un veterano che ha reso ancora più violento il braccio della legge. Principi etici a confronto, come da sempre nel cinema Usa, la civiltà da una parte il deserto dall’altra. Gli indiani sono metropolitani, niggers e cholos, e i segnali di fumo li fanno pippando crack. Ha il ritmo giusto “Training Day”, un film di sbirri che non si dimentica delle lezioni dei grandi (sono solo tre: Siegel, Aldrich, Friedkin), con una regia che sa essere essenziale. E ci piace credere che il brutto finale, con la riabilitazione del distintivo ”immeritato“, sia un compromesso dovuto alla politically correctness di Hollywood. Impossibile, poi, non pensare che Scott Glenn abbia una faccia stampata col fuoco nella storia del cinema dei duri.
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