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Training Day

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Training Day

di GIMON 82
10 stelle

L'universita' della vita "misurata" dalla strada,"Training day" è una sorta di romanzo "formativo" nel quotidiano di due "sbirri".

L'ex videoclipparo Antoine Fuqua coglie a mani basse nell' "ombelico del suo mondo",l' east side Los Angeles pullulanti di droga e gang.

Una cinepresa nevrotica,lucida e coraggiosa nel non tralasciare dubbi sulle personalita' che popolano il bassame da ghetto.

Vi  è una splendida "composizione" attoriale a guidare il filo della vicenda:il magnifico Denzel Washington e il suo giovane "negro" Ethan Hawke.

Loro sono Alonzo e Jake,rispettivamente veterano e recluta,per Jake un "esordio" nella durezza d'un mestiere che non domanda sconti.

Per il cinico Alonzo l'occasione proficua di fare da "maestranza" ad un giovane puro e onesto.

Ma dalla parti del "bronx" Los Angelesino non esiste un etica che guida la "giustizia" .L'idealismo e l'ordine appaiono semplice utopie,come anche il credere ciecamente nell'integrita' del mestiere.

La telecamera di Fuqua sorregge magnificamente un impianto scenico e una perpetrante ambiguita' gia' dalle prime battute.

E' straordinario l'impatto scenografico donato dalla regia,degno dei migliori registi "Seventies",ovvero gli anni 70 di "bracci violenti" e "Ispettori Callaghan"."Trainig Day" si colloca tra i contesti di un suburbio acido e violento e una necessita' di annullare i confini tra bene/male per sopravvivere all'inferno.

La coppia Alonzo e Jake appare sin dal primo sferzante dialogo alla tavola calda come un qualcosa di profondamente antitetico.

Tutto è pero' ancora "sotteraneo",nulla si vede,ma si "respira",intuendolo nella gestualita' esuberante di Alonzo che "inizia" Jake con metodi discutibili.

Un legame poco ortodosso,dove la sopravvivenza è abbracciata alla scelta di cadere nel baratro.

Tra Alonzo e Jake intercorrono delle distanze che il veterano annulla facendo leva sulla suscettibilita' del giovane.

Un qualcosa di psicologicamente e  fisicamente violento,presentato nel taglio filmico pressante, nella rappresentazione "iconografica" di quartieri allo sbando.

Fuqua dimostra di conoscere a fondo gli ambienti,con estrema cura e dovizia di particolari rappresenta i bassifondi d'un mondo di degrado.

Tatuaggi,bandane,musica pop e tutto il corollario "etnico" appartenente alle gang di Los Angeles,dove la vita altrui (e anche la propria) è solo un "passaggio sulla terra".

In un contesto cosi' aberrante uno come Alonzo scende a compromessi,macchiandosi onori ed etiche,fortemente radicate nel giovane Jake.

La bravura di Fuqua è di rendere estremamente realistica l'interazione del duo,senza il rischio d' "isolarne" il rapporto.

 La regia evita questo tranello,facendo degli attori un "corpus hunicum" con l'ambiente circostante.Alonzo e Jake nonostante le differenze sono parte integrante d'un mondo corrotto e pericolosamente violento.

L'uno convinto rimarcatore delle sue idee,l'altro invischiato fino al collo con la merda del sistema.Ma nei posti fuorvianti nulla è scontato,"la violenza genera violenza",trascinando con se anche i "puri" di cuore,l'importante è solo salvare la pelle......

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