Regia di Sharon Maguire vedi scheda film
Le nevrosi e le insicurezze di una trentenne dalla vita lavorativa e sentimentale scombinata si colorano di una tragicomicità che spumeggia e trascina.
Mediate da un canale inusuale (la stesura giornaliera di un diario), le nevrosi e le insicurezze di una trentenne dalla vita lavorativa e sentimentale scombinata si colorano di una tragicomicità che spumeggia e trascina, in un atipico romanzo rosa che marcia con un ritmo eternamente incalzante a mimare la tumultuosità del flusso di coscienza dell'indaffarata protagonista. Collaboratrice alla sceneggiatura di Andrew Davies e Richard Curtis, Helen Fielding è l'ideatrice letteraria di Bridget Jones, figura femminile a tutto tondo con cui è semplice immedesimarsi e al quale dà corpo e personalità una simpaticissima e scatenata Renée Zellweger. Il pregio principale della commedia di Sharon Maguire è indubbiamente il puntiglio con cui è inquadrato ciascun personaggio che vi transita, dal disilluso padre di Bridget (un bravo Jim Broadbent) all'ingessato e timido (ma irresistibile) Mark Darcy di Colin Firth e allo spregiudicato casanova interpretato da Hugh Grant. Il godibile dosaggio di scorrettezza e humor all'inglese, benché alcune situazioni sopravanzino la soglia del buon gusto (l'arrivo alla festa in vestito da "lucciola"), è accurato (Curtis ha scritto Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale). Anche se non può allietare ogni pubblico, l'infilata di romanticherie non è mai sdolcinata e sul bacio finale con la neve la commozione non è trattenibile.
Musiche di Patrick Doyle. Celebre la scena con All By Myself cantata da Jamie O'Neal.
♥ BUON film (7) — Bollino VERDE
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