Regia di Massimiliano Bruno, Edoardo Leo vedi scheda film
La Vigilia di Natale, la notte di Capodanno, San Valentino e l’8 marzo: sono questi i “giorni migliori” del titolo, commedia a episodi equamente ripartita tra la regia di Edoardo Leo e quella di Massimiliano Bruno. Si parte con una discussione infinita tra fratelli (gli stessi due registi) sul tema dei vaccini: entrambi invitati a cena da una sorella (Foglietta) che – in odore di avanzamento nei ranghi del partito dove milita (l’ospite aggiunto è il segretario del partito, Pietro De Silva) – ha fatto promettere loro di non azzuffarsi. Nel secondo episodio, ambientato nella notte di San Silvestro, un imprenditore corruttore (Tortora) cerca di farsi pubblicità recandosi con la famiglia a una mensa per i poveri. Ma un suo ex dipendente (Calabresi) gli guasta i piani. Il terzo episodio richiede a un quarantenne mantenuto (Argentero: pessimo) varie acrobazie: passerà la sera di San Valentino con la moglie (Lodovini) o con l’amante (Centorami)? Si chiude con trenta minuti urlatissimi all’interno di una trasmissione televisiva nella quale la conduttrice (Gerini: survoltata) deve scusarsi con gli spettatori per un servizio del giorno prima che sbeffeggiava le donne: è l’8 marzo e bisogna intortarsi il pubblico.
Tra scritture infime (l’ultimo episodio, firmato Bruno) e satira di costume di grana grossissima, I migliori giorni è un film destinato all’oblio immediato, tanta la pochezza dei contenuti che privilegiano nettamente il registro saturnino a quello da commedia. Con Edoardo Leo che – in cabina di regia – comunque dà i punti all’amico Massimiliano Bruno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta