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I migliori giorni

Regia di Massimiliano Bruno, Edoardo Leo vedi scheda film

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La recensione su I migliori giorni

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Massimiliano Bruno e Edoardo Leo si dividono la paternità di una pellicola scomposta in quattro episodi necessari per mostrarci cosa possa accadere durante le feste, più o meno commerciali, cui siamo annualmente costretti e sottoposti e come i rapporti umani possano modificarsi nel corso degli anni. A quali ipocrisie, difficile non intravederne in ciascuna delle quattro festività analizzate, siamo costretti e quali invece siamo per convenienza contenti nel mettere in atto. Si va dalla vigilia di Natale usata come modo per favorire una carriera politica in rampa di lancio ma che farà anche riaffiorare vecchi rancori fra fratelli. All’industriale che detesta gli emarginati ma che per convenienza si reca al veglione di capodanno di una mensa per i poveri per aiutare in cucina e a servire ai tavoli, non sapendo che ad attenderlo c’è anche un ex dipendente licenziato e desideroso di vendetta. Dal San Valentino, forse dei quattro episodi il più “forzato” in termini di resa, in cui una coppia sposata da venticinque anni si reca in un ristorante senza sapere che quella potrebbe essere una cena d’addio a causa di doppie vite e altre frequentazioni. Fino alla festa della donna, in cui un’ anchorwoman di un programma pomeridiano deve leggere delle scuse per un servizio sessista mandato in onda il giorno prima. Scuse che non vuole manifestare per colpe che non vuole assumersi.

 

Cast importante per un film che può piacere se si accetta la scomposizione in tante sotto trame sapendo che questo è solo il primo di due atti che rivedranno parte dei protagonisti a criticare nuove festività con l’uscita del secondo film prevista per il prossimo Aprile. Su tutti molto convincente la prova di Stefano Fresi e Claudia Gerini, capaci di alzare il livello della discussione sul tema della donna nella società odierna, sintetizzandolo in un litigio ben realizzato nel backstage di un immaginario canale tv. Pellicola non adatta per chi apprezza i finali concilianti.

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