Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
"C'è Mammucari - anzi, Mammuccari - che piglia a testate in faccia delle fighe che crede che sono streghe, poi le sposta sette passi a nord e gli ridà una vita normale. Che idea geniale! Ci faccio un film". Piace immaginarsi Giovanni Veronesi mentre espone esagitato il soggetto del suo Streghe verso nord a Vittorio Cecchi Gori, certamente ammaliato da tanta arte e immediatamente entusiasta di sborsare i miliardi necessari per mettere in piedi tale capolavoro. Difficile capire come sia stato possibile tutto ciò: probabilmente Cecchi Gori jr. non brilla per intuito affaristico, ma per arrivare a finanziare qualcosa di tanto agghiacciante quanto questa pellicola bisogna trovarsi perlomeno in stato confusionale o con la gelida canna di un fucile puntata alle tempie. Veronesi scrive col fratello Sandro e con Massimiliano Governi la sceneggiatura, un parto di amenità involontarie e trovatine pseudo-fantasy che lascia allibiti per la sua inconsistenza; la scelta poi di un conduttore burino televisivo come protagonista fa pagare ulteriore dazio al prodotto finale. A fianco dell'incapace Mammucari ci sono però due professionisti veri come Paul Sorvino (doppiato malissimo, anche qui incomprensibilmente) ed Emmanuelle Seigner, più un ruolino-cameo per Gerard Depardieu. Il regista (o presunto tale) aveva già utilizzato a sproposito interpreti indegni di tale nome nei suoi precedenti lavori: basti pensare a Viola bacia tutti, che girava interamente attorno ad Asia Argento, e a Il mio west, che sfoderava un cast bipolare con Pieraccioni e la Marcuzzi al fianco di Harvey Keitel e David Bowie (!). Streghe verso nord è per Veronesi un tentativo impacciato e dagli esiti penosi di emanciparsi dalla commedia popolare di nessuno spessore, tingendola di fantascienza, paranormale, effetti speciali (fra i più brutti mai visti al cinema, va sottolineato); non a caso dopo questo film tornerà sui suoi passi, trovando poi nel 2005 il successo assoluto con Manuale d'amore. 1/10.
Un uomo va in giro a stordire a craniate in faccia delle belle ragazze, trascinandole poi sette passi verso nord: sostiene che si tratti di streghe e che questo simpatico rituale le salverà.
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