Regia di John Irvin vedi scheda film
Fuori tempo massimo, è il minimo che si possa dire di “Il quarto angelo”, thriller sul terrorismo, la corruzione della politica e il bisogno di giustizia del cittadino che lo sceneggiatore Allan Scott e il regista John Irvin hanno tratto dal romanzo omonimo di Robin Hunter. Perché la realtà ha superato gli avvenimenti, naturalmente, ma soprattutto per la rozzezza dell’impianto psicologico e narrativo, che abbandona a se stessi personaggi e snodi dell’intreccio. Tagliato con l’accetta come un Tv-movie, con un Jeremy Irons giornalista ormai di mezza età che si trasforma dall’oggi al domani in un addestratissimo vendicatore solitario, il film di Irvin non ha nemmeno il ritmo e la sbrigativa plausibilità delle avventure della Delta Force. Vuole essere patinato e introspettivo, ma finisce per essere solo mortalmente noioso (100 canonici minuti che paiono almeno 200) e per nulla credibile. A danneggiarlo ancora di più, un doppiaggio da denuncia. Ridateci Irons cattivo contro Bruce Willis nella serie “Die Hard”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta