Regia di Anthony Dawson (Antonio Margheriti) vedi scheda film
Antonio Margheriti (morto tre anni fa a settantadue anni) aveva delle indubbie qualità tecniche da regista, ma doveva spesso scontrarsi con una povertà di mezzi impressionante. In questo caso il film sconta anche una desolante povertà d'idee già al momento della sceneggiatura, situandosi a metà tra le ambientazioni del "Cacciatore" e quelle di "Apocalypse Now" (Margheriti stesso aveva anche diretto, nel 1980, un "Apocalypse domani", migliore di questo), ovviamente con risultati settecentomila volte inferiori ai capolavori di Cimino e Coppola. La trama è pressoché incomprensibile: le uniche cose chiare sono che siamo in Cambogia e che si combattono i ribelli con le truppe governative (forse i famigerati khmer rossi?) e che i protagonisti trafficano in armi con i primi. Tra i misteri della giungla si contempla invece cosa ci faccia Annie Belle in un posto come quello, fra trappole insidiosissime e serpenti velenosi sempre in agguato, e come qualcuno abbia potuto scegliere David Warbeck per fare il protagonista di un fulm qualunque. Il povero attore neozelandese, morto di cancro nel 1997 a 56 anni, poteva secondo me aspirare a fare il comprimario, ma è probabilmente una delle cause dell'esito disastroso di questo film. Esito disastroso che comprende anche la morte, durante le riprese, del direttore della fotografia, fidatissimo di Margheriti, Riccardo Pallottini. E comunque va detto che la fotografia è una delle poche cose riuscite di questo film.
Indovinalagrillo.
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