Regia di Brian Helgeland vedi scheda film
Armature, tornei cavallereschi, banchetti di corte, amore cortese con varie licenze, eredi al trono, uno scrittore di talento, Chaucer, rovinato dalla passione per il gioco e nobilfanciulle. Sembrerebbe il ritorno di un filone, ma nessuno ha più fiducia nell’avventura con elmo e corazza. La tournée europea delle sfide sta tra il romanticismo dei vecchi rodei e il pragmatismo del circo tennistico. La storia è semplicissima: uno scudiero, Heath Ledger (il cinema cerca di trasformarlo, a marce forzate, in un divo), alla morte del suo cavaliere, ne prende il posto e cavalca verso il titolo di miglior giostratore dell’anno. Brian Helgeland, sceneggiatore di “L.A. Confidential” e scialbo regista di “Payback” e “Ipotesi di complotto” per la sua escursione nel Medioevo si fa accompagnare da una colonna sonora incalzante (tra gli altri, Queen, Eric Clapton e AC/DC) senza avere il coraggio o la fantasia di svisare l’intreccio verso un musical pop-rock, manipola, in alcune scene, il trucco e i costumi come se volesse portare i personaggi in discoteca e si ferma sulla porta. Una serie di indecisioni che si riflettono negli immotivati 132 minuti di un film in cui i momenti forti (i tornei) si infiacchiscono nella ripetizione delle immagini e del clangore delle armi.
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