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Il destino di un cavaliere

Regia di Brian Helgeland vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il destino di un cavaliere

di berkaal
4 stelle

Cominciamo con le cose che funzionano: la prova del cast è tutto sommato positiva, alquanto vivace, come del resto si addice ad una commedia, sufficiente la fotografia, buona la ricostruzione dei luoghi, la scenografia, gli effetti speciali, indovinati alcuni movimenti della camera ed il montaggio. Ho apprezzato in particolare tutti i dettagli riguardanti la giostra, le regole, il contesto, l'ambientazione, tutte cose che conoscevo molto vagamente. Ma tutto ciò non è sufficiente a farne un buon film.
La storia è perlomeno esile, per usare un eufemismo, e dopo cinque minuti di film si può già prevedere tutto, anche i titoli di coda. La sceneggiatura è ben poca cosa, e dire che è banale si rivela un grosso complimento. Ma ciò che fa spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra è l'inserimento di elementi moderni in un contesto tardo medievale, il 1370 secondo il regista, quando Chaucer sparì per qualche tempo. Heath Ledger in versione rasta, l'oggetto dell'amor cortese è una protagonista filipino-hawaiana, acconciature, abbigliamento con trasparenze, insomma sembra di vedere la pubblicità della TIM. Discorso a parte merita la colonna sonora: tutti brani moderni, che però a parte i Queen e gli AC-DC si rivelano spesso insignificanti o nel peggiore dei casi orridi, come "Golden Years" di David Bowie, con annessa una delle scene di danza più penose della storia del cinema. Chiamatela contaminazione o che altro, fatto sta che non mi sono mai piaciute le cose fatte a metà, tanto valeva andarci pesante con la dissacrazione e affondare il coltello a fondo.
A giustificazione di questa scelta, si sappia che il regista ha dichiarato che in tutti i secoli, gli anni settanta sono uguali (ma a voler essere pignoli, "I Wanna Take You Higher" di Sly & The Family Stone è del 1969, e "You Shook Me All Night Long" degli AC-DC è del 1980) e che ha scelto di portare il medioevo al pubblico, piuttosto che il pubblico nel medioevo. Sorry, ha ragione Quèlo, io preferisco la seconda che hai detto.

Sulla trama

William, Roland e Wat sono gli scudieri di un cavaliere che muore durante un torneo. Per poter incassare il premio e sfamarsi, William si sostituisce al suo signore e accarezza il sogno di diventare cavaliere. Dopo un periodo di esercitazione, William comincia a partecipare ai tornei con ottimi risultati e si innamora di una damigella di cui vuole conquistare il cuore.

Sulla colonna sonora

Se ne è già parlato, ma vediamo nel dettaglio. "We Will Rock You" è troppo scontata, a quel punto tanto valeva mettere "Smoke On The Water" per raggiungere lo zenith dell'ovvio. "You Shook Me All Night Long" sui titoli di coda ha poco senso, e comunque dallo stesso album tanto valeva usare "Hell's Bells", "Back In Black" o, ma qui occorreva un buon gusto da cui il regista è lontano anni luce, "Shoot To Thrill", tutte infinitamente superiori alla prima. Le altre, onestamente, dicono poco, anche "I Wanna Take You Higher" che non ricordo nemmeno di aver sentito.

Su Brian Helgeland

Era lecito aspettarsi molto di più da chi ha scritto tra gli altri L.A Confidential e Mystic River, ma tant'è, non si può sempre avere il massimo. Non condivido le scelte concettuali, per quanto riguarda la realizzazione pratica non c'è molto da eccepire.

Su Heath Ledger

E' simpatico, ha la faccia da buono, giustifica l'happy ending ed è abbastanza credibile a parte la versione rasta dell'inizio. Certo, non si tratta di interpretare the Joker.

Su Mark Addy

Interpreta Roland, il frate Tuck della situazione. Ruolo da centro-mediano metodista: essenziale per la costruzione dell'azione ma non assurge agli onori delle cronache.

Su Rufus Sewell

Già visto ma non ricordo dove, solido cattivone tra gli attori è forse il più in parte, la sua prova è positiva.

Su Shannyn Sossamon

L'attrice olandese-inglese-francese-tedesca-irlandese-filippina-hawaiana c'entra nel medioevo come Gigi D'Alessio alla Scala. E pensare che ha battuto la concorrenza di Kate Hudson, che comunque, a parte i capelli biondi, sarebbe stata fuori parte pure lei, troppo bimbaminkia.

Su Alan Tudyk

Già visto anche lui da qualche parte, l'attore americano di origine polacca sfoggia una fiammante capigliatura rossa. Forse è un tantino sopra le righe, ma si fa indubbiamente notare, con quella sua faccia che sembra uscita fresca fresca da Cartoon Network.

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