Regia di Harold Ramis vedi scheda film
Un uomo inadeguato rispetto al mondo che lo circonda viene sottoposto ad una situazione fuori dall’ordinario che ne produce significativi mutamenti e una sospirata accettazione da parte della società. È il cavallo di battaglia di Harold Ramis (“Ricomincio da capo”, “Terapia e pallottole”) e che stavolta si cimenta nel remake di “Il mio amico il diavolo”. Il protagonista è Elliot Richards, un oscuro travet, che ama una donna che non lo ha mai considerato. Elliot è avvicinato dal diavolo che veste i panni di una donna affascinante e che gli sottopone il classico patto faustiano. Sette sono i desideri a sua disposizione prima di vendere l’anima. Stavolta non sono i capricci di un tempo ostinato (“Ricomincio da capo”) o le meraviglie della genetica (“Mi sdoppio in 4”) a produrre quel mutamento cui accennavo, ma le malie di un diavolo in gonnella che sottolineano le grandi doti di Brendan Fraser, il quale sopperisce alle carenze di una sceneggiatura ripetitiva, che regala solo alterni squarci di comicità.
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