Regia di François Ozon vedi scheda film
Un implacabile asimmetria ripetitiva nel testo, un cinico sadismo comportamentale dei personaggi ed un realismo psicologico violento e straniante si incastrano perfettamente in un testo così antiteatrale nella sua ricerca delle unità di tempo, luogo e azione da scollarsi completamente con l'ossessione teatrale di una misè en scene di impatto visivo notevole. Ozon alla sua seconda opera (ma forse prima) riesce a dimostrare quanto non sia affatto "retrodatato" e superato il teatro di Fassbinder attraverso una spietata sintesi di verosimiglianza borghese e di delirio sentimentale che atterrisce l'anima, reiterando il tema di fondo della produzione del Maestro tedesco (con la m assolutamente maiuscola) dell'homo homini lupus. Così, la natura stessa dei personaggi, la loro rappresentazione naturalistica è solo un pretesto alla caratterizzazione di tipologie umane di cui contano solo i gesti e le parole. Un piccolo gioiello assolutamente per pochi nel panorama buonista del cinema internazionale. Ottima prova di regia, attori tutti in parte.
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