Regia di Elio Petri vedi scheda film
Un altro di quei film di Petri che merita la visione, e che Volontè con la sua grande capacità attoriale interpreta magistralmente immergendosi in una Sicilia enigmatica e chiusa tra ciò che è lecito dire e ciò che deve essere per sempre taciuto
Su Petri tutto si può dire tranne che non abbia sempre avuto uno sguardo lucido e disincantato sulla realtà che di volta in volta si trovava a descrivere con i suoi film. Non fa eccezione questo lavoro del '67, in cui riadattando l'omonimo romanzo di Sciascia si viene proiettati nella Sicilia più iconica (ma al tempo stesso paradossale) fatta di un intrigo di relazioni a cavallo tra mafia, notabili locali, Chiesa e politica. In questo contesto si muove un professore (l'ottimo Volontè) che, da novello Don Chischotte, cerca di smascherare i meccanismi che hanno portato ad una serie di omicidi, ovviamente finendo per farsi numerosi nemici. E se anche a volte emerge un quadro quasi macchiettistico, nel caso specifico non ne assume i caratteri dissacranti quanto piuttosto la lucida descrizione di un sistema barocco di pesi e contrappesi tra ciò che è e ciò che appare, tra ciò che va detto e ciò che va solo semplicemente alluso. Si arriva così ad un finale che è una splendida nemesi di tutto ciò che fino ad allora si è via via dipanato.
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