Regia di Roger Vadim, Louis Malle, Federico Fellini vedi scheda film
Sarà che sono un grande fan della letteratura di E.A.Poe, sarà per le buone prove degli attori, ma questo “Tre passi nel delirio” mi ha sufficientemente divertito. Difficile catalogare l’opera in un genere specifico: si va dal fantastico (primo episodio), passando poi al drammatico (sia pure con sfumature fantastiche) e, infine, si sconfina nel grottesco puro con contaminazioni orrorifiche. Interessante la messa in scena di tutti e tre gli episodi, ma in particolare di quello di Fellini. L’opera dell’italiano, infatti, si giova di scenografie assai particolari e soprattutto di una fotografia (G.Rotunno) fantasmagorica (voto: 10).
I soggetti, per lo meno quelli dei primi due episodi (Tony Dobbit non l’ho letto), sono piuttosto conformi ai racconti da cui sono ispirati, anche se si notano alcune novità - in entrambi i casi dovute all’introduzione di talune perversioni sessuali. Relativamente alla sceneggiatura risulta più brillante e bilanciato il secondo episodio, mentre il primo pecca di qualche caduta di ritmo e di un montaggio non proprio ottimale.
Regie piuttosto curate specie quella di Vadim, ma soprattutto quella ipervisionaria di Fellini (che ha forse il limite di non bilanciare bene la parte grottesca con quella orrorifica).
Molto bravi gli attori tra i quali spiccano Jane Fonda, Alain Delon, ma soprattutto un grande Terence Stamp (Voto: 9). Colonne sonore convenzionali. Nel complesso, interessante e assolutamente da vedere per l’episodio di Fellini. Voto: 7+
Nulla di straordinario.
Forse si sente la mancanza di un episodio che leghi i tre che vengono proposti. Il primo episodio soffre di cadute di ritmo.
Notevole, davvero notevole.
Ordinaria amministrazione.
Bravo, ma senza eccellere.
Molto molto brava, dopo Stamp è la più brillante del lotto.
Grande capacità visionarie e una messa in scena che non ha niente da invidiare a quella dei colleghi specialisti nel genere, anzi...
La più convenzionale e senza virtuosismi degni di nota.
Forse è la regia più dinamica delle tre e dimostra una buona capacità di messa in scena (nettamente inferiore però rispetto al capitolo di Fellini).
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