Regia di Caye Casas vedi scheda film
TOHORROR 23
Jesus e Maria hanno salvato la loro relazione, destinata a finire a rotoli, grazie al fatto che finalmente la donna è riuscita a rimanere incinta, dopo numerosi tentativi andati frustrati.
Ma certo il carattere dominante di Maria non demorde nemmeno ora che il suo spirito materno dovrebbe renderla più dolce ed accondiscendente.
In occasione di un acquisto presso un negozio di casalinghi, il fatto che Jesus si intestardisca ad acquistare un tavolino da salotto componibile davvero kitsch, composto da due donne nude placcate in oro finto a far da sostentamento di una lastra di vetro garantita come indistruttibile, diventa per l'uomo quasi più una presa di posizione per poter far valere, una volta tanto, un suo desiderio, in ogni altro campo sempre frustrato, a partire dalla decisione sul nome del neonato che i due hanno appena concepito, caduta su una scelta completamente ad arbitrio della sua "dolce" metà.
Poco dopo l'uscita del pargolo dall'ospedale, nel giorno dell'arrivo del bruttissimo tavolino, mentre il padre si accinge a montarlo, sia moglie decide di affidargli il pargolo per la prima volta e concedersi una spesa, anche per poter affrontare la cena che vede il fratello di lui invitato assieme alla nuova fidanzata, diciottenne e vegana.
Da quel momento in avanti, nulla sarà più come prima e il mondo crollerà letteralmente addosso al povero Jesus, reso di essersi reso responsabile di un incidente terrificante, di non aver avuto il coraggio di confessarlo alla moglie, e di aver continuato a cercare di mandare avanti la giornata, coltivando una devastazione interiore che il film rende palpabile sullo spettatore.
Fino al finale più tragico e massacrante che si possa pensare.
Caye Casas filma l'orrore che nasce dalla quotidianità e dalla casualità, firmando una commedia nerissima e pulp che disintegra lo spettatore, tanto riesce a coinvolgerlo in un dramma senza fine che riesce a costruire l'incastro anche attraverso un umorismo nerissimo che da una parte diverte, dall'altra asfissia e devasta.
Forte di cinque ottimi interpreti (tra questi Eduardo Artuna, Paco Benjumea, Itziar Castro, Estefania de los Santos), perfettamente individuati a rendere alla perfezione il lato sfaccettato ma mostruoso che la frenesia quotidiana ispira e genera, La mesita del comedor è davvero uno degli horror più anomali, ma anche riusciti visti nell'ultimo periodo, che evidenzia il nome di un regista sicuramente da tener d'occhio nel prossimo futuro.
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