Regia di Marco Ponti vedi scheda film
Esilarante, ironico e pungente, pieno di spunti interessanti, attuale all'ennesima potenza.
Marco Ponti ha superato se stesso al primo colpo.
Un film, questo, che suggerisce una visione dell'Italia che rasenta la perfezione, la situazione dei personaggi è verosimile e i dialoghi brillanti, mai noiosi sempre incalzanti. La vera forza del film, senza dubbio, è l'attore coprotagonista Libero De Rienzo, che interpreta magistralmente i panni di Bart diminutivo di Bartolomeo Vanzetti, scelta forse non casuale del celebre anarchico italiano. I suoi racconti enfatizzati ma mai banali e sempre ironici rendono i dialoghi con Andrea, Stefano Accorsi, frizzanti e comici.
Il film spazia e non si focalizza soltanto su una tematica, ma cerca di affrontare vari aspetti della società, cercando di combinarli all'interno di un monolocale di Torino. Così si vengono a legare "casualmente" l'amicizia uomo-donna, quella tra Andrea e "l'idianina" Lucia, il rapporto con il mondo del lavoro e gli estenuanti primi colloqui, l'amore e tutte le relative sfaccettature, tra Andrea e Dolores e infine emergono delle aspettative, presenti e future di due giovani, perennemente al verde e costretti a piccoli ma spassosi furti, come l'indimenticabile scena della biblioteca con fuga a seguito dove i due protagonisti si rivolgono alla telecamera e riproducono le mosse dei personaggi del famosissimo videogioco Tekken al momento della vittoria.
Musica originale e ben scelta, colonna sonora affidata ai Subsonica, un gruppo spesso sottovalutato, da notare poi, alcuni richiami, volontari che ci sono nella fotografia, a detta infatti, dello stesso regista sono state ricreate delle inquadrature e delle immagini ispirate a celebri film, che fanno parte del background culturale e generazionale di Ponti, ma il risultato, vuole essere ed è, un tributo non una scopiazzatura.
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