Regia di Marco Ponti vedi scheda film
Andrea (Accorsi) vive a Torino, ha raggiunto la trentina, è laureato, ingaggia un colloquio dopo l'altro alla vana ricerca di una prima occupazione e si è appena innamorato di Dolores (Caprioli), dopo un lungo pellegrinaggio sentimentale. Vive con Bart (De Rienzo), simpaticissimo, accidioso, logorroico e sarcastico compagno di un'esistenza che vorrebbe trovare una svolta, ed è amico di Lucia (Tayde), indiana dalla travagliata vita sentimentale. La trama di Santa Maradona, titolo ispirato da un patchwork sonoro dei Mano Negra di Manu Chao, è tutta qui. In quella che a tutta prima potrebbe sembrare l'ennesima commediola sulla deriva generazionale dei trentenni ci sono invece virtù ed elementi di originalità insospettabili in quello che in Italia è ormai diventato un genere a sé stante (basterebbe citare Tutti giù per terra, Cresceranno i carciofi a Mimongo, Nel bel mezzo di un gelido inverno e Cuori al verde): i dialoghi studiati ad arte e mai banali, le esilaranti didascalie a commento dei molti fermo-immagine, i riferimenti alla musica, alla letteratura e al cinema (il film si chiude con una scena che richiama esplicitamente Butch Cassidy), l'assenza del consueto tono querulo col quale viene raccontata questa generazione. Giovani, carini e (in buona parte) disoccupati, i quattro protagonisti del film dell'esordiente Marco Ponti sono soprattutto simpatici, così calzanti e divertiti nei ruoli che l'ottima sceneggiatura ha ritagliato per loro.
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