Regia di Dan Curtis vedi scheda film
Horror "d'annata" di grande qualità. Da riscoprire
Una famiglia, i Rolf, in cerca di case per le vacanze, s’imbatte in un una grande villa di stile Vittoriano, immersa nel verde con piscina, pur essendo trascurata, possiede un suo fascino. I proprietari, sono due fratelli disponibili a fittarla ad un prezzo irrisorio, a condizione però, che si prendano cura della loro anziana madre, incombenza apparentemente semplice: la donna non lascia mai la sua stanza, nell’attico della casa, basta portarle il cibo tre volte al giorno, lasciando il vassoio fuori dalla porta. La signora Marian Rolf, alias Karen Black, è entusiasta della proposta, mentre suo marito Ben, alias Oliver Reed, è più riottoso. Alla fine, lei la spunta e tutta la famiglia, con figlio e vecchia zia a carico, Elisabeth la famosa, Bette Davis, ci si insediano. All’inizio sembra andare tutto per il meglio, ma poi cominciano a succedere eventi inspiegabili e sgradevoli e i rapporti tra i familiari si incrinano. Marian comincia a sviluppare con l’edificio e con la madre dei suoi proprietari, un rapporto morboso e ossessivo. Esce raramente, passa molto tempo a contemplare le vecchie foto nell’anticamera della stanza “misteriosa”, perde interesse “sessuale” per il marito, che peraltro è afflitto da spaventosi incubi notturni, in cui rivive perpetuamente i dolorosi funerali della madre, con lui bambino osservato sadicamente da un becchino ghignante; Ben mentre gioca col figlio David in piscina, inaspettatamente e insensatamente prova ad affogarlo, non riuscendo a controllarsi, in un’altra occasione da una stufa malfunzionante si propaga il gas che per poco non soffoca David; a seguire la zia Elizabeth si ammala e poi muore.Dopo qualche tempo, nella serra che era invasa da erbacce e piante appassite, ricominciano a nascere i fiori, la piscina torna al suo antico splendore, le lampadine rotte ricominciano a funzionare da sole e anche gli orologi, che erano tutti fermi, riprendono a segnare l’ora; insomma, il declino fisico-psicologico dei Rolf, va di pari passo con la rinascita della magione. La storia procede, mentre il susseguirsi di eventi insoliti e macabri incupisce sempre di più l’atmosfera, generando un perfetto climax; il regista conosceva bene tutti i meccanismi della storia gotica e li sfrutta appieno, ad esempio nasconde sia ai personaggi, fatta eccezione per quello di Karen Black, sia allo spettatore, l’identità di questa “vecchia del piano di sopra”, che comunque è centrale nel narrato. Oltre che un horror sovrannaturale, con tutti i suoi annessi, “Ballata Macabra” è un dramma sui demoni della mente. Film di notevole impatto psicologico, privo di effetti speciali e truculenti, ha lasciato il segno e sicuramente ispirato e influenzato alcuni successivi cult del genere, come “Amityville Horror” e “Shining”, anche grazie ad un cast di ottimo livello artistico e in gran forma; discreta la fotografia “vintage”, che produce qualche effetto insolito e suggestivo come il colore torbido dell’acqua della piscina; calzante la colonna sonora. Dopo qualche fiacca nell’incipit, una volta ingranato, il film decolla e incolla alla poltrona. Un piccolo gioiello girato in appena un mese e senza grandi sforzi economici, da riscoprire.
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