Regia di Nunzio Malasomma vedi scheda film
Un uomo accusa due banditi e le loro gang di avere ucciso la sua fidanzata e altre due donne; gli accusati sono però innocenti e lasciano da parte le rivalità per evitare la forca. Che, si scoprirà, è invece meritata da un personaggio insospettabile.
Dai primi anni Venti, nell'epoca del muto, fino al termine degli anni Sessanta o quasi, Nunzio Malasomma ha diretto una quarantina di pellicole; questo spaghetti western sgangherato e di scarso respiro (cioè in media con i prodotti affini contemporanei) è il suo ultimo lavoro, che peraltro arriva a sette anni di distanza dal precedente. Cosa abbia spinto l'ultrasettantenne regista a tornare sul set per licenziare un'operina tanto striminzita a livello artistico è difficile da dire; l'unica certezza di cui si può disporre è che questa coproduzione italo-spagnola, con duplice firma in sceneggiatura (Mario Di Nardo e Josè Luis de las Bayonas) e un cast non proprio eccezionale, è fortemente simile a decine di altre che in quel periodo fioccavano sul grande schermo nazionale. Craig Hill, Aldo Sambrell, George Martin: il tris principali di interpreti; al loro fianco compaiono Susy Andersen, Howard Ross, Josè Manuel Martin, Ivan Scratuglia e altri nomi ancora di minore impatto. La storia non brilla per originalità, la sua messa in scena neppure (nemmeno spiccano eventuali 'diversivi a basso costo' tipici del genere come azione o violenza): francamente, una chiusura di carriera poco entusiasmante. 2,5/10.
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