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Nuovo Olimpo

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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La recensione su Nuovo Olimpo

di Gangs 87
6 stelle

Roma, fine anni ’70 Enea, studente di cinema, conosce Pietro. Il loro amore è un fuoco che divampa e dal quale non si può sfuggire. Ma il destino è tiranno e i due si perderanno di vista per trent’anni. Quando si rincontreranno sarà troppo tardi, forse.

 

La trama dell’ultima, intima, di Ferzan Ozpetek si sviluppa partendo da un dubbio. Da quel pensiero latente che, almeno una volta nella vita, si è sviluppato in ognuna delle nostre teste, in ognuno dei nostri cuori: cosa sarebbe successo se…

 

Enea e Pietro si incontrano per caso e per caso smettono di vedersi ma, anche se le loro vite andranno avanti, nessuno dei due smetterà mai di cercare l’altro, fino a scoprire che in realtà l’altro non è mai esistito. Non nel senso stretto del termine, nessuno dei due è una proiezione e men che meno un fantasma ma entrambi si limitano ad essere probabilità. La probabilità che, se la loro conoscenza, fosse proseguita, loro si sarebbero amati per sempre.

 

Ma siamo davvero sicuri che le cose sarebbero andate davvero così? Come molti di quei rapporti che ci ricollegano al passato, anche quello tra i due giovani protagonisti, si sviluppa sugli aspetti postivi di una proiezione che spesso confonde la mente tra quello che immaginiamo di volere e quello che vorremmo davvero.

 

Così, mentre il tempo passa inesorabile, sullo schermo si svolgono le vite impeccabili dei protagonisti. Ed eccola la prima pecca di questo film. In realtà a questo punto siamo già a due. Oltre alla statuaria bellezza dei protagonisti, superflua e pertanto evitabile (sulla (in)capacità recitativa taccio per educazione), anche la loro impeccabile vita, ricca di successi e priva, almeno in apparenza, di intoppi, ad un certo punto finisce per disturbare.

 

Ok, direte voi, ma sono infelici. Non hanno accanto la persona che vorrebbero e continuano a vivere con il fiato sospeso in attesa che l’altro torni e li tolga dall’apnea. Ed anche qui vi dico: ma siamo davvero sicuri? In un alternarsi di lui che cerca l’altro, continuo e a tratti ridondante, alla fine, pur trovando questo famigerato amore perduto, nessuno dei due sembra avere ormai più gli strumenti e la capacità di prendersene cura. Solo perché troppo abituati al compagno che hanno vicino? Solo perché è più comodo così o semplicemente perché dopotutto l’immaginazione non ha in effetti il potere di emarginare la vita vera?

 

Ho sempre pensato che quando un film mi induce alla riflessione allora è un buon film. Che poi, possa piacermi o meno è un altro conto ma quantomeno possiede spunti di discussione e di certo a Nuovo Olimpo tutto si può dire tranne che non faccia riflettere, nel bene o nel male.

 

Ferzan Ozpetek spoglia la sua ultima opera dai canoni rappresentativi dei suoi film. Elimina il cast corale, un punto forte delle precedenti pellicole, a favore di retrospettive personali sull’amore, sul destino e sul significato che una singola azione, seppure minima, finisce per portarsi dietro. E, in un certo senso, fa centro. Seppur costellato di nudi eccessivi e non necessari alla messa in scena, Nuovo Olimpo è un film sentimentale o almeno prova ad esserlo senza riuscirci mai davvero. Enea e Pietro fanno simpatia e un pochino di compassione ma non emozionano mai. Colpa anche degli attori incapaci di sviscerare tutto quello che Ozpetek nasconde nei meandri degli sguardi e delle parole non dette.

 

Nota di merito a Luisa Ranieri che impersona Titti, bigliettaia del Nuovo Olimpo e portatrice di saggezza e bellezza. La bravura di questa attrice sembra crescere esponenzialmente ad ogni film.

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