Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Özpetek guarda al divino e al mitologico, i suoi film non hanno più a che fare con noi umani. Enea e Pietro sono il pagano cinema e la religiosa scienza che insieme partoriscono Roma, la loro Mamma magnaniana, rifondandola da un cinema, il Nuovo Olimpo, e da un barattolo di marmellata. Il mito, il divino, l’ultra-umano, in Nuovo Olimpo sono ovunque: i due scultorei protagonisti esordienti, la Roma più smagliante e imperiale, il melodramma della memoria e del tempo che passa, l’amore cieco e il tempo e lo spazio che non possono romperlo, la fortuna e la sfiga, il rimorso e il pianto, “Non mi hai mai guardato così” di qua, “Non ti ho mai dimenticato” di là. E anche l’exploit metalinguistico, col regista che racconta del suo amore giovanile per esorcizzare i suoi fantasmi e che giustifica in una conferenza stampa la superficialità delle idee politiche dei suoi film con la necessità impellente di un suo punto di vista autoriale - estremamente sospetto il silenzio funereo dello stesso personaggio alla notizia della morte di Fellini nel 1993. Özpetek insomma parla di sé ma non si sa bene a chi, ora che la sua programmazione su Netflix amplierà ulteriormente il suo pubblico; e sarebbe sbagliato dire che è brutta televisione, o melensa soap opera, perché proprio nel 2023 Pedro Almodóvar esce con una lunga pubblicità di mezz’ora per Yves Saint-Laurent senza rinunciare a nessun briciolo di brillantezza. E allora perché accontentarsi di questa fantascienza fasulla?, meccanica, fuori dal mondo, senza gioia e senza follia, senza regia e senza direzione di attori - si eccettui la prova, brillante nei limiti del possibile, di Aurora Giovinazzo, e la tenerezza di una Luisa Ranieri incartapecorita dal trucco. Non bisogna accontentarsi, né credere che i tearjerker debbano parlare di cose inesistenti, né che ci fosse una necessità produttiva o alcunché perché Nuovo Olimpo poi risultasse così disastroso. Il film è un polpettone indigeribile e non c’è desiderio o retorica nazionalpopolare che reggano.
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